Diritti, matrimoni e unioni: è matura l’Italia che afferma giustizia e dice no alle discriminazioni

  

di Paolo Patanè, Presidente nazionale Arcigay

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha evidenziato l’urgenza di provvedimenti a favore delle famiglie composte da persone dello stesso sesso, le sollecitazioni che ci giungono in questi giorni dicono con estrema chiarezza che il paese reale ha detto un “sì” convinto ai diritti lgbt, al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alle unioni civili e un “no” netto a omofobia e transfobia.

Alle risposte della società civile si è saldato l’impegno prezioso di quelle istituzioni che con grande senso dello Stato provano ogni giorno a lottare per il bene comune e contro le discriminazioni. E’ il caso di Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni, di Istat e di OSCAD, l’Osservatorio contro le discriminazioni delle forze dell’ordine, che, voluto dal Prefetto Manganelli e dal Generale Galitelli che si sta affermando come irrinunciabile strumento di giustizia e di contrasto a violenza, omofobia, transfobia e discriminazioni in un’Italia che sa ancora credere nei principi della Costituzione e lascia indietro i partiti.

Il sì al matrimonio e alle unioni civili poi, è ormai corale.

“Vanity Fair” ha pubblicato un importante dossier, con le fotografie di numerose coppie omosessuali, tra le decine, sposate all’estero per ottenere diritti che si vedono negati in Italia. Un sondaggio pubblicato dallo stesso giornale afferma che due italiani su tre dicono sì alle coppie gay. Ancora, una raccolta di firme lanciata dal sito di “Vanity Fair” per sollecitare il ministro Fornero sulla questione, ha raccolto in poco tempo oltre 5 mila adesioni. E ne raccoglierà ancora.

Quest’oggi poi, “Il Fatto Quotidiano” ha diffuso un eclatante video di interviste raccolte per strada, nel quale gli italiani esprimono, ancora una volta, convintamente il loro “sì” al matrimonio gay. E lo fanno per le stesse ragioni che Arcigay ha sostenuto negli ultimi 30 anni: piena cittadinanza, uguaglianza, umanità e democrazia e tanta voglia di un futuro migliore. Un sondaggio sul sito del quotidiano on-line attesta al 60% il favore per questi provvedimenti.

Resta avvilente la farsa di cui danno testimonianza i partiti se interpellati su queste questioni. Nel centro destra il dibattito è inchiodato ad una famiglia nemmeno buona per il Ventennio, nel centro sinistra si nasconde sotto il tappeto la questione o, al massimo, si fa inutile melina. Non è invece ora di dire basta all’ignobile esilio degli affetti di gay e lesbiche, cittadini come tutti gli altri? Non è ora di estendere la Legge Mancino ai reati di omofobia?

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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