«La Lega si scusi pubblicamente coi gay»

  

Alfredo Follia, esponente del mondo omosessuale: «Case popolari prima alle coppie etero? Il Carroccio torna al Medioevo»
di Martina Milia «Mi sento profondamente offeso da questi signori, pretendo che si scusino pubblicamente con gli omosessuali». Di più: «i partiti si smarchino da queste affermazioni, dicano chiaramente da che parte stanno. E’ possibile fare politica a spese della dignità delle persone?». Alfredo Follia, rappresentante del mondo omosessuale pordenonese, non ha dubbi: «La Lega di Udine e Pordenone istiga all’omofobia e al razzismo di basso rango. E questo per prendere voti facendo leva sulle paure della gente?». Tutto nasce dalla proposta del Carroccio, in salsa pre-elettorale, di privilegiare le coppie eterosessuali nell’assegnazione degli alloggi popolari. Secondo la Lega, insomma, le coppie gay non possono accampare gli stessi diritti delle coppie etero. Non quando si tratta di benefici pubblici. «Siamo tornati al medioevo, vogliamo tornare a bruciare le streghe in piazza? Se queste sono le forze politiche che ci rappresentano in Italia e in Europa mi vergogno di essere un gay italiano». E’ rabbia mista ad amarezza profonda quella che raccontano le parole di Follia. Rabbia di chi conosce «il dolore che prova un ragazzino quando scopre di essere un diverso», rabbia di chi non può accettare che nel 2012 «si dica che due uomini non possono tenersi per mano per strada o darsi un bacio. Ma siamo matti? Vogliamo dire che il bacio è un gesto osceno?». Follia, che ha tutta l’intenzione di coinvolgere l’Arcigay «per mettere in piedi qualche iniziativa contro la Lega del nostro territorio, l’unica che ha mostrato un lato così razzista», è preoccupato dall’istigazione «al razzismo e al pregiudizio. Non siamo nè assassini nè rapinatori, lasciateci in pace. Non parlo per me che ho un’età per cui certe cattiverie possono anche scivolarmi addosso. Parlo per quei ragazzi che vivono il dolore di scoprirsi diversi. Non credo che i leghisti siano tutti eterosessuali o che questi politici non abbiano amici o conoscenti omosessuali. A questi signori, che continuo a chiamare signori nonostante non lo meritino, ricordo che siamo tutti figli di Dio e a lui rispondiamo».


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