Andria. Ordigno esplode sotto il portone di un palazzo

  

BARLETTA Una bomba carta, esplosa davanti all’ingresso di una palazzina di vico Cambio, ha svegliato ieri mattina gli abitanti del centro di Barletta. Danneggiato in maniera seria il portone d’ingresso al civico 2, ma è da stabilire chi fossero i veri destinatari dell’avvertimento: i residenti della palazzina o i titolari dell’azienda che sta realizzando lavori di ristrutturazione nell’edificio di fianco. La bomba carta è stata collocata di fatti al confine tra i due palazzi e non è chiaro se i danni alla porta d’ingresso, pur consistenti, siano stati in realtà non voluti. Nell’edificio di due piani, vivono due famiglie di pescatori e quella di una camionista. Tutte e tre le famiglie hanno riferito alla polizia, che indaga sull’episodio, di non aver mai ricevuto minacce, magari legate alle rispettive attività professionali. Per questo gli inquirenti non trascurano nessuna pista, compresa quella di un altro obiettivo. L’unica certezza è che le bombe sono un fatto ricorrente a Barletta, tanto da aver richiesto anche l’intervento del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Dopo il periodo natalizio, quando tre bombe carta furono fatte esplodere davanti ad altrettanti negozi di abbigliamento del centro, una nuova escalation si verificò durante la Settimana Santa: due bar, una maglificio e un centro fisioterapico furono danneggiati dalle fiamme, tutte appiccate con liquido infiammabile. Ma qualche settimana prima era toccato anche a un panificio in via Prascina (il 25 gennaio), fatto letteralmente esplodere con liquido infiammabile versato attraverso la canna fumaria nel forno, e a un negozio di bomboniere in via Achille Bruni (il 16 febbraio), la cui saracinesca fu danneggiata da una bomba. Nessun danno invece è stato provocato dal petardo esploso sabato sera, intorno alle 23.30, davanti alla sede chiusa dell’Arcigay di Andria. Bruciacchiato in un angolo anche un manifesto per la Giornata internazionale contro l’omofobia del 17 maggio. Il presidente provinciale, Michele Antolini, ha ricordato però che con quella di sabato «è la quarta intimidazione dall’inaugurazione della sede di due mesi fa». C. Car.


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