Reggio Calabria. Sabato appuntamento con la terza giornata contro l’omofobia

  

«Feriti ma vivi». E decisi a non arrendersi alla logica della violenza criminale. Dopo l’incendio che nella notte di lunedì ha distrutto la sede, i giovani del centro sociale “Angelina Cartella” vogliono rilanciare più in alto l’impegno. Le loro parole non lasciano alcun dubbio sull’intenzione di ricominciare sopra le macerie, benché il disorientamento iniziale sia stato forte: «La notizia che la struttura, che per dieci anni ci ha visto discutere, lavorare, creare, cantare, suonare, crescere, stava andando letteralmente in fumo è stata un pugno allo stomaco, un colpo tremendo. Ma presto il senso di smarrimento, di confusione, è stato spazzato via dall’incredibile fiume di solidarietà che ci ha sommerso: dal quartiere, dalla città, dall’Italia tutta è stato un continuo chiamare, chiedere, offrire braccia, mezzi, soldi. Un abbraccio talmente caloroso da ridarci immediatamente forza, voglia, combattività. Una vicinanza talmente eterogenea quanto sincera, da essere per noi più legittimante di qualsiasi carta bollata, figlia del riconoscimento del lavoro svolto in questi anni».
Avanti, dunque: «”Ricostruire il Cartella, più bello e più grande di prima”, abbiamo detto nel corso di una partecipatissima assemblea, tenutasi martedì pomeriggio, vicino a quelle rovine ancora fumanti. Lo ricostruiremo noi, come abbiamo sempre fatto, con l’aiuto di tutti quelli che sono al nostro fianco, di tutti quelli che dalla Val di Susa a Palermo, dal Friuli alla Puglia, ci stanno dicendo di essere pronti a sostenerci in qualsiasi modo. Lo ricostruiremo perché non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci a chi, con questo vile atto, pensa di poter chiudere la nostra esperienza, e soprattutto distogliere il nostro impegno politico».
Quanto alla causa dell’attentato, i giovani se la spiegano così: «Se la mano è facilmente individuabile nella bassa manovalanza fascista e mafiosa, purtroppo sempre numerosa in questa città, la mente è per noi da individuare nella tanto famosa area grigia, in tutti quei gruppi affaristici, di interesse, che considerano questo territorio una enorme speculazione, e le casse pubbliche bancomat privati. Vorrebbero che tutti i nostri sforzi si riversassero sulla difesa degli spazi, sullo scontro ideologico e sull’antifascismo, senza preoccuparci più della privatizzazione dei servizi pubblici, della svendita del territorio a fini speculativi, della tremenda crisi economica e soprattutto sociale in cui versa la nostra città. Se il fine è questo, hanno sbagliato di grosso! Il Cartella è stato ferito sì, ma è vivo e vegeto».
Il pensiero è già al da farsi: «Stiamo verificando le condizioni per una manifestazione contro ogni tentativo di far chiudere questa esperienza, per la difesa degli spazi sociali, da tenersi sabato 26 maggio. Stiamo vagliando, insieme ai nostri tecnici e legali, le modalità per avviare al più presto la ricostruzione della struttura fortemente danneggiata, che sarà sostenuta dal lancio di una campagna nazionale di solidarietà. Nel frattempo confermiamo tutte le iniziative già programmate, e diamo appuntamento a tutte e tutti per sabato 19 maggio, per la chiusura delle tre giornate contro l’omofobia che l’ArciGay e gli altri promotori hanno deciso di far tenere al Cartella, e i cui proventi andranno nella cassa di solidarietà per la ricostruzione».(pitos)


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