Bologna, 24 maggio 2012–La difesa e la sicurezza? Un lavoro per gay … ma in incognito. Più dell’82 per cento degli italiani occupati nelle forze armate o dell’ordine dice di lavorare con almeno un collega omosessuale. E’ uno dei settori professionali con la percentuale più alta (la media italiana è del 65,5), nonostante sia ancora percepito come uno degli ambienti dove è più difficile vivere apertamente la propria omosessualità e, anche da chi ci lavora, uno dei più duri verso gay e lesbiche. Dopo l’indagine Istat della scorsa settimana, la ricerca “Lavoro e minoranze sessuali in Italia”, condotta dal sociologo Raffaele Lelleri, insieme a Luca Pietrantoni dell’ateneo di Bologna, approfondisce la dimensione lavorativa delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali). E lo fa interpellando, per la prima volta, non solo i diretti interessati (55%), ma anche i lavoratori eterosessuali (45%). In tutto, 1892 intervistati di ogni parte d’Italia e settore occupazionale.
I primi risultati saranno illustrati domani a Bologna, in vista del Pride nazionale del 9 giugno, in un convegno (sala di Cappella Farnese, palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) che si aprirà alle 9 con la lettura dei saluti del segretario della Cgil Susanna Camusso (che ha dovuto disdrire all’ultimo momento la propria presenza) e del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. Il 19 per cento del campione riferisce di episodi di discriminazione o ingiustizia verso le persone Lgbt nel proprio ambiente lavorativo. Percentuale che supera significativamente il 24 per cento tra gli omosessuali e si ferma invece al 13 tra gli etero. La maggioranza è inoltre unanime nel sostenere che difficilmente i soprusi vengono denunciati (mai o raramente secondo il 60%: il 67 tra gay e lesbiche e il 54 tra gli etero). Quasi tutti infine, e stavolta con differenze irrisorie tra gay o etero, si trovano concordi nel ritenere che oggi in Italia, essere Lgbt rappresenti più che altro uno svantaggio (75%) che un vantaggio (5%).
Quanto alle prospettive per il futuro, gli italiani sono ottimisti. Secondo il 61 per cento la condizione lavorativa di gay e lesbiche migliorerà, ed è migliorata, secondo il 57 per cento, rispetto al passato. Anche in questo caso però si evidenzia una significativa discrepanza tra etero (più ottimisti 67 per cento) e i più scettici omosessuali (56%).
Ulteriori risultati sull’indagine saranno disponibili sul sito: www.iosonoiolavoro.it