L’articolo contiene numerose inesattezze. In particolare, Arcigay non parteciperà alla presentazione della proposta di legge. Nessuno della redazione di “Avvenire” si è mai preoccuparto di chiedere conferma all’associazione di quanto scritto.
Ufficio stampa Arcigay
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Non firma la proposta sui matrimoni gay ma sollecita una legge nazionale sulle convivenze
DI CINZIA ARENA
N on firmerà la proposta sui matrimoni gay ma, con molta probabilità, sarà in sala A- lessi per ribadire la necessità che «venga colmato un vuoto legislativo» e che si arrivi al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. Il sindaco Giuliano Pisapia dà un colpo al cerchio e una alla botte. Si smarca dall’iniziativa di Sel, Idv e Pd che oggi a Palazzo Marino presenteranno una proposta di legge di iniziativa popolare sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso insieme ad Arcigay e Equality (presenti tra gli altri Paola Concia del Pd e Franco Grillini dell’Idv) ispirata al modello inglese.
Ma al tempo stesso ci tiene a precisare che il registro delle coppie di fatto si farà come stabilito entro l’anno e che anche a livello nazionale è necessario un passo avanti «dopo i ripetuti inviti della Consulta a legiferare». Il passo indietro del sindaco, in un primo momento dato come primo firmatario della proposta anche se Luca Gibillini di Sel, organizzatore dell’evento nega che ci sia stata una richiesta in questa direzione, è legato proprio al contenuto della proposta. Troppo restrittiva, riguarda solo le unioni gay perché prende a modello il «Civil Partnership act», e a rischio incostituzionalità in I- talia come lo stesso primo cittadino avrebbe confidato al suo staff. Pisapia vuole invece lanciare un messaggio più generico sulla necessità che il Parlamento si occupi della questione. Il modello a cui si ispira Milano è quello di Torino che nel 2010 ha istituito il registro partendo dal concetto di «fa- miglia anagrafica» che Palazzo Marino ha utilizzato per consentire ai conviventi di partecipare al bando per il fondo anticrisi.
Certo un peso determinante lo ha avuto anche la profonda spaccatura della maggioranza, con il vicesindaco Maria Grazia Guida, seguita da altri esponenti cattolici, che ha preso le distanze dal registro proprio sulle pagine di Avvenire. «Come al solito Pisapia non prende posizione – attacca il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli – credendo di poter avere il consenso di tutti. Ho apprezzato molto l’intervento della Guida e sono convinto che su questo tema i cattolici dei diversi schieramenti possano giocare una partita comune a difesa della famiglia. Lancio un appello già a partire dal bilancio ». Di «clamorosa retromarcia del sindaco delle varie famiglie e non della famiglia» parla Riccardo De Corato (Pdl). Non sarà alla presentazione di stamattina l’assessore ai Servizi sociali Pierfrancesco Majorino, grande sostenitore del registro, ma solo perché impegnato in un convegno: «È un’iniziativa positiva perché stimola il dibattito, mi auguro che il prossimo Parlamento affronti questo tema».
Unioni civili Pisapia «l’equilibrista»
Questo articolo è stato scritto il 8 giugno 2012.
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