Leggo ora la notizia che il coordinatore provinciale di Forza Nuova, Davide Ditommaso, avrebbe dichiarato: “Come possa il libro di un personaggio creato dal gossip scandalistico essere culturalmente interessante rimane un mistero”.
La confusione fra il concetto di “personaggio” e quello di “persona”, là dove Vladimir Luxuria appartiene alla seconda categoria, che al signor Ditommaso piaccia o meno, la dice lunga sulla cultura e l’educazione di quest’ultimo.
Inoltre, la condanna di un libro non per il suo contenuto ma per il lavoro che fa chi lo ha scritto, là dove il contenuto parla peraltro di pesecuzioni naziste, la dice lunga sui ‘princìpi’ che animano le persone che esprimono tale condanna.
Mi chiedo se questo signore abbia avuto l’accortezza di leggerlo il romanzo, altrimenti non saprebbe nemmeno di quel che sta parlando, il che rafforzerebbe la considerazione che sulle tematiche LGBT si ragiona e si parla troppo a sproposito e senza conoscere.
Di un libro si può dire che è bello o brutto, di una presentazione che è stata interessante o meno, ma criticare preventivamente somiglia troppo a quelle censure che praticavano gli aguzzini di cui parla, per l’appunto il libro che andremo a presentare.
A me piace parlare, con rispetto per l’interlocutore, di contenuti più che di forme. Forse questi contenuti fanno paura a chi esercita le condanne preventive?
Valerio Mezzolani- presidente di Comitato Provinciale Arcigay Pesaro e Urbino “Agorà”