Tra Renzi e Bersani è un testa a testa

  

di Guido Giuliani
Se non cambiamo adesso non cambiamo più: occorre ridare opportunità all’Italia attraverso azioni semplici e di buon senso
il segretario provinciale A prescindere da chi vincerà, lavoreremo insieme perché le diverse sfumature sono la ricchezza del grande partito progressista
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di Anna Ghezzi
PAVIA Di Bersani piace l’affidabilità, di Renzi il carisma, Puppato e Vendola attraggono poco chi ha cariche nel partito. Tabacci? Poco presente nel dibattito pavese, se non fosse per il gruppo satirico su Facebook dei Marxisti per Tabacci, nel quale il “compagno” Tabacci viene ritratto nei fotomontaggi più fantasiosi insieme a Fidel Castro o alle vecchie glorie sovietiche. A meno di una settimana dall’appuntamento di domenica (si vota dalle 8 alle 20) abbiamo “fatto l’appello” tra gli amministratori di centrosinistra del territorio. Il bilancio? Tra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani è testa a testa. E sul sito www.laprovinciapavese.it si può votare il sondaggio. Tutti per Matteo, tranne una. Nella giunta di piazza Italia tutti pazzi per Renzi a partire dal presidente Daniele Bosone. Tranne lei, la vice presidente, Milena D’Imperio, e Franco Osculati, che parteggia per il leader del suo partito, Nichi Vendola. «Sono bersaniana da prima che Renzi diventasse sindaco di Firenze – sottolinea D’Imperio – la mia scelta è ragionata e coerente, è indipendente da influenze di comodo o posizioni prese in maniera inaspettata. E’ il migliore segretario che il Pd abbia mai avuto, autorevole. Come politico ed ex ministro ha già dimostrato qual è la sua spinta innovativa nei fatti, non a parole». Renzi, perché no? «Renzi sostiene il governo Monti, al quale la nostra giunta è insofferente. Ha applaudito a Marchionne sulla Fiat, non ho mai condiviso queste scelte». Piazza Italia 5-5 palla al centro. Il Consiglio si divide (quasi) equamente, con Ezio Stella (Sel) staccato da tutti al fianco del suo assessore pro-Vendola. In realtà Bersani supera per un soffio Renzi grazie al consigliere Riccardo Fiamberti (lista civica Bosone, area ex Dc), schierato per il segretario. Anche se tra i colleghi c’è qualcuno che esprime dubbi sulla sua effettiva partecipazione all’appuntamento elettorale, visti i sommovimenti politici al centro dello schieramento politico. Il sindaco di Cava Manara e consigliere provinciale Claudia Montagna va oltre la semplice professione di fiducia verso l’uomo d’esperienza Bersani: «E’ concreto e non demagogico – spiega – da amministratore ha presente la necessità di modificare la fiscalità per gli enti locali. Non è che non ho fiducia nei giovani, ma giovane non è necessariamente sinonimo di capacità». Quote rosa. Non c’è solo chi vota Renzi perché giovane e rottamatore, a favore della Puppato per i suoi sostenitori c’è l’essere donna: «La voto perché donna, ottima amministratrice e fuori dalla contrapposizione», spiega Antonio Sacchi, consigliere a Pavia. e lo dice anche Luigi Boffini. Il collega Massimo De Paoli mette l’accento sulle politiche ambientali, Arcigay sull’apertura al matrimonio omosessuale. E i giovani? Giacomo Galazzo, consigliere provinciale, 27 anni, sta con Bersani, anche se nel suo Pantheon di sinistra prima di Papa Giovanni XXIII (citato dal segretario al confronto su Sky) viene Rosa Parks, l’attivista afroamericana che si ribellò alla segregazione razziale sui bus: «Uno serio, competente e che in questa candidatura parla bene dei valori del centrosinistra: recupero della moralità politica, priorità a lavoro, lotta alla diseguaglianza e alla discriminazione». Fabio Castagna, classe 1976, capogruppo Pd ia Pavia sceglie Bersani perché «al partito serve unità» e per la volontà di tassare più la rendita dei redditi da lavoro. Bernardo Caldarola, 22 anni, segretario dell’Unione degli universitari, sceglie Sel: «Voto Vendola perché ha scritto il miglio programma sull’università e la ricerca», ma precisa che la sua è una posizione personale. Non la pensano così i renziani Guido Giuliani, consigliere comunale classe 1969 a Pavia e professore all’università, né Barbara Verza e Daniela Tartaglia, consigliere a Vigevano, leopoldine della prima ora. Segreteria, Regione, Parlamento. Il consigliere Giuseppe Villani e il senatore Angelo Zucchi restano fedeli a Bersani, così come i segretari di Mortara e Stradella e Alan Ferrari, segretario provinciale, «per la lungimiranza politica dimostrata alla caduta di Berlusconi». Ma dopo l’appuntamento elettorale, tutti uniti, promettono in molti.


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