I delegati chiedono più coesione

  

Oggi durante i lavori del Congresso nazionale dell’Arcigay sarà presentato il progetto internazionale Rainbow contro l’omofobia, le sessioni proseguiranno nel pomeriggio e a sera. Agli oltre cento delegati convenuti ieri dovrebbero aggiungersene altri, anche se il dato potrebbe restare parecchio al di sotto degli oltre 250 rappresentanti attesi. Molti uomini, pochissime le donne (c’era anche la mamma di un giovane omosessuale che ha deciso di seguire da vicino le attività del congresso). Numerosi i delegati giunti dalle altre province emiliano-romagnole. Tra questi c’era Alberto Bignardi, modenese, un po’ preoccupato per la frattura che si è creata all’interno dell’associazione. «Ci sono due diverse visioni – ha commentato – una più autonomista, una più legata ai partiti. Il Congresso dovrebbe servire a trovare una sintesi, un terreno comune. Ma è importante anche che sia dato il giusto valore a tutte le articolazioni organizzative e territoriali, ai locali affiliati come all’associazione». Maura Chiulli viene invece da Rimini e spera che «il percorso di questa tre giorni non perda di vista l’obiettivo di ritrovare una sintesi, una unità che faccia aumentare la coesione e la collaborazione». Il clou della manifestazione è previsto per domani, quando si svolgeranno le operazioni di voto con la proclamazione del presidente e del segretario nazionale. La giornata inizierà alle 9 con l’accreditamento al voto, alle 9.30 sarà aperta la sessione plenaria con la relazione della Commissione politica e il voto delle mozioni, degli ordini del giorno e l’elezione del nuovo gruppo dirigente.


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