«Non avrò pace senza giustizia»

  

ROMA. La piccola bara è passata tra due striscioni. «Il silenzio è il nostro dolore», «We’ll never find someone like you», recitavano silenti davanti alla basilica di San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, dove ieri si sono svolti i funerali del 15enne che si è tolto la vita dopo gli attacchi di cyberbullismo. Parenti, amici e compagni erano lì per l’ultimo saluto. «Non avrò pace finché non avrò giustizia», ha ripetuto la madre con la voce rotta dal pianto difendendo il suo ragazzo da insinuazioni e cattiverie. «L’unico colore rosa è quello della sua sensibilità. E quella foto su Facebook era di carnevale…». Ma di fronte all’ennesima aggressione dei bulli sempre in cerca di vittime da sbeffeggiare, è tornato d’attualità il problema della discriminazione e dell’omofobia. In proposito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro del Welfare, Elsa Fornero, hanno inviato un messaggio alla segreteria dell’Arcigay in occasione del XIV congresso nazionale. «In questo momento di crisi economica è più che mai necessario mantenere alto il livello di guardia perchè non si acuiscano fenomeni di discriminazione e di esclusione sociale alimentati da pregiudizio e intolleranza», ha sottolineato il capo dello Stato ribadendo di aver «espresso in più occasioni la sua preoccupazione per il persistere di intollerabili atteggiamenti omofobi che ledono i diritti e la dignità della persona e ai quali bisogna opporre un fermo rifiuto». Che il ministro Fornero ha tradotto nella «necessità di urgente riconoscimento a livello normativo dei reati di omofobia e transfobia».
Ai funerali appello della madre del 15enne suicida. Napolitano: mantenere alta guardia contro omofobia e discriminazioni


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