di STEFANO LOLLI SE L’ESITO delle primarie è incerto, al congresso nazionale di Arcigay che si chiude oggi alla sala Estense Flavio Romani sembra aver guadagnato un’incollatura sul presidente uscente Paolo Patanè. Ma bisogna attendere l’esito del tele-voto’ (affidato all’elettronica, visto che ai delegati sarà consegnato un telecomando per esprimere il proprio voto) per capire se il presidente dell’associazione ferrarese conquisterà la leadership nazionale. Ieri è proseguito il dibattito, con grande attenzione anche a temi come la salute, l’organizzazione del movimento, la raccolta fondi (e il cosiddetto fundraising’) per sostenere le iniziative, i rapporti con la politica. Spicca poi la presentazione di un progetto denominato Raimbow che vede Arcigay Milano come capofila ma che da Ferrara si estende all’Italia ed all’Europa. «Abbiamo attuato una ricerca sugli stereotipi legati all’omofobia ed al disagio spiega Marco Mori , in collaborazione con una decina di partner e quattro nazioni, Francia, Spagna, Bulgaria e Inghilterra». Non si è trattato di uno studio fine a se stesso, e Raimbow non è sfociato nel classico report o documento d’intenti: «Abbiamo messo a punto due kit’, uno destinato ai più giovani, il secondo ad un pubblico più adulto e in particolare ai gruppi e all’associazionismo prosegue Mori ; il primo è rappresentato da un dvd con un depliant che attraverso filmati e storie esemplari, fa capire come viene individuata e percepita l’omofobia fin dall’età più giovane. Le argomentazioni sono svolte in modo leggero, ma crediamo che si tratti di uno strumento utile a capire sin dai primi germi l’odiosità del bullismo». Il secondo kit’, destinato ad adolescenti e adulti, è composto da un dossier fatto di domande, di slogan, di riferimenti, ma anche da un gioco di ruolo’ «che serve a capire, attraverso una formula semplice e smitizzante sottolinea il presidente di Arcigay Milano , quanto sia profondo il disagio di chi, nel mondo associativo o nello sport, rischia di ritrovarsi etichettato per le proprie scelte identitarie o sessuali». Assieme alle proposte in tema di diritti civili, la lotta all’omofobia ha rappresentato il fil rouge pardon, arcobaleno dell’intero congresso che si chiude oggi con l’elezione anche del segretario e del nuovo consiglio nazionale: «L’omofobia è un’ombra cupa saluta Marco Mori : lo rappresentiamo così anche nel videogioco che su Facebook consente ai ragazzi di relazionarsi con questo flagello, ma soprattutto di liberare se stessi ed i propri amici dall’insorgere di una piaga». Alla quale tutti, ad iniziare dalle autorità intervenute alla sessione inaugurale di venerdì, hanno detto di voler porre fine.
«L’omofobia è un’ombra»: un kit didattico e un videogioco aiutano a scacciare la paura
Questo articolo è stato scritto il 25 novembre 2012.
Alcuni contenuti potrebbero non essere più validi o disponibili
Alcuni contenuti potrebbero non essere più validi o disponibili