Bologna. Primarie Pd, regole al vaglio O le firme o i voti in direzione

  

INIZIA il totocandidature nel centrosinistra. Il Pd emiliano è sempre più intenzionato a sostenere le primarie per i parlamentari, un appuntamento che dovrebbe cadere tra l’epifania e la metà di gennaio. Chi potrà partecipare? Le regole sono ancora in discussione, ma per ora un’ipotesi è che i candidati debbano raccogliere il 2% delle firme tra gli iscritti al Pd (circa 500 persone) o il 5% tra gli eletti nella direzione provinciale (5 rappresentanti). A quel punto si potrebbe arrivare a una cifra notevole di candidati, appena al di sotto dei 20 nomi. Ma i posti disponibili, questo già si sa, saranno 8. I NOMI. In sostanza per arrivare alla soglia di eleggibilità bisognerà raccogliere almeno 4mila voti. E quali sono i nomi in campo? E’ già certo che Andrea De Maria correrà e non faticherà ad avvicinarsi a quel quorum. Per ora non conferma né smentisce, ma rilancia le primarie: «I tempi tecnici ci sono per consultare i cittadini che si riconoscono nel Pd. Sarebbe un ulteriore segnale di fiducia e farle farebbe bene alla democrazia italiana». Ci sta seriamente pensando Sergio Lo Giudice che dovrebbe garantirsi una sorta di quota Arcobaleno’, in quanto ex leader dell’Arcigay. «Se mi candido? Non escludo di farlo, ma è ancora presto», ha dichiarato ieri a Radio Tau. Ci pensa seriamente Giacomo Venturi, vice-presidente di Palazzo Malvezzi. Cercheranno la rielezione l’ex sindacalista e attuale senatore Paolo Nerozzi, il deputato Gianluca Benamati e l’ex segretario di Cna Gian Carlo Sangalli. I DUBBIOSI. Potrebbe tentare la corsa il sindaco di Crevalcore Claudio Broglia. La sua sarebbe però una candidatura con un solo mandato: ottenere le risorse per la ricostruzione post-sisma. Certamente tentato è il preside della Facoltà di Agraria dell’Alma Mater, Andrea Segrè (nella foto a sinistra). Ma dovrebbe pescare voti nello stesso bacino del renziano Salvatore Vassallo, professore di Scienze politiche a Bologna. Il nome di quest’ultimo tuttavia non è ancora certo al 100%, perché un altro renziano potrebbe correre: il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli, che appena un anno e mezzo fa, solo nel Comune di Bologna, ha raccolto 1.600 preferenze per le primarie del sindaco. QUOTA ROSA. Tenteranno certamente la rielezione Rita Ghedini, Donata Lenzi e Sandra Zampa. Ma potrebbero spuntare i nomi di Gabriella Montera, assessore provinciale all’Agricoltura, e Simona Lembi, attuale presidente del Consiglio comunale (anche se quest’ultima per ora frena). SEL. Il movimento di Nichi Vendola dovrebbe decidere oggi se invocare le primarie come il Pd o se aspettare che sia il governatore pugliese a esprimersi. Sembra sempre più improbabile una candidatura di Amelia Frascaroli, considerata troppo preziosa nel ruolo di assessore al welfare in Comune. E così tutti i riflettori si posano sulla giovane capogruppo in Consiglio comunale Cathy La Torre, che per ora non scioglie la riserva. Intanto i bersaniani bocciano la petizione online pro-primarie promossa dal renziano Salvatore Vassallo e da Pippo Civati: «Stupisce che all’indomani delle primarie con cui il popolo del centrosinistra ha scelto il suo candidato premier e ha appreso dalle sue parole che le primarie per i parlamentari si faranno, ci sia chi sente il bisogno di petizioni on line’ per ottenerele». Saverio Migliari


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