Dialogo aperto con la Chiesa. Su 80 sindaci solo uno risponde all’ invito del sindacato.
«Un vento nuovo scuote i bigotti»
Dibattito promosso dalla Cgil a difesa dei diritti di gay, lesbiche e bisessuali.
di: diALESSIABURDINO
UNA BATTAGLIA per riempireunalineavuota.Nonuna battaglia solitaria: sempre più gay e lesbiche, in assenza di una regolamentazione per le coppie omosessuali in Italia, chiedono a colpi di carte bollate l’ accesso a diritti e doverinelnostroPaese.Ierisera lo ha fatto anche la Cgil, rappresentata dai dirigenti Giuseppe Valentino, Bruno TalaricoeMicheleGravano. Nella sede della Provinciascelta non a caso, ma con il chiaro obiettivo di coinvolgereleistituzioni-sièparlatodei diritti degli omosessuali. Assente,mapermotiviistituzionali, il presidente della Provincia, Wanda Ferro che ha, però, lasciato un messaggio di saluto. Non presenti ed anche ingiustificati i 79 sindaci della provincia di Catanzaro chenonhannoaccoltol’ invito della sigla sindacale. Mosca bianca tra chi indossa il tricolore il primo cittadino di Decollatura, Annamaria Cardamone. In prima linea, anche, Rosanna Bilotti – dirigente scolasticodelLametino -Marco Marchese, presidente dell’ associazione radicale Certi diritti e Carlo Cremona presidente di I ken Onlus. ValentinoeTalaricosonoiprimiparlare. Ricordano quanto accaduto, qualche giorno fa, a Roma ad un giovane di origini calabresi (esattamente di San Giovanni in Fiore). Menzionando i limiti del codice penaleelacreazionedellosportello Lgbt(lesbiche,gaybisessuali, transessuali, trangender) nella Camera di Lavoro di Catanzaro. Piccoli segni di un vento che soffia e spinge ogni giorno di più verso una sola direzione: l’ affermazione dei suali. Un vento che mostra la suaforzaattraversolevittorie che la comunità Lgbt – sigla che raccoglie il mondo omosessuale a 360 gradi – sta ottenendointuttoilmondo.Dagli Stati Uniti fino a Catanzaro. «Unacittàbigottaestranafatta di cinque quartieri e con una coesione sociale pari allo zero», così la definisce Talarico. Cambiare? Per i dirigenti della Cgil è difficile ma possibile. Come? A piccoli passi, partendo da una petizione da presentarealConsiglioregionale contro ogni forma di discriminazione. La sigla sindacale non si pone limiti. E non rinuncia al tentativo di dialogo con la Chiesa. Senza, però, dimenticare la scuola. Rappresentata, ieri sera, dal dirigente Bilotti che, dati alla mano,haoffertounospaccato drammatico delle situazioni di discriminazione tra i banchi. Mentre di un Paese patriarcaleemaschilistahaparlatoMichelaCalabròdelcirco lo Arcigay di Reggio Calabria: è questo a giudizio della giovanissima tesoriera dell’ associazione l’ origine della discriminazione. Non parole ma fatti. Michela racconta la sua esperienza. La sua e quelladiClaudioToscano,ilgiovane reggino vittima di un’ aggressione omofoba. Domeni co Biondi, rappresentante di Omocrazia, allarga il tema delle discriminazione e della violenza anche sulle donne. Cita l’ ultimo caso: la giovane di Trapani, probabilmente uccisa dal marito al nono mese di gravidanza. Uomini che odiano le donne. Che ammazzano. O che deridono i presunti diversi. «Di più – dicono in tantiquelli che ostentano», racconta Domenico. Si chiama, invece, associazione radicale “Certi Diritti”, la realtà rappresentata, ieri sera, da Marco Marchese. Anche il suo è intervento sul vento nuovo. Che soffia un po’ ovunque ma non in Italia. Dove in tema dei diritti per le coppie omosessuali regna calma piatta. Poco o nulla. Ogni tanto si alzalabufera ma sempre in direzione contraria rispetto ai buoni esempi europei eamericani. Nel frattempo c’ è chi come, Gianni, si toglie la vita. Difficile capire perché. Forseper le offese del padre. O forse perché non si sentiva amato e protetto. Da una realtà che mostra così il suo lato peggiore. Somigliando a Paesi dove la completa assenza di legislazione significa intolleranza, diritti negati, isolamento e in alcuni casi morte. Si chiedono con forza risposte, in attesa che il vento del cambiamento cominci finalmente a soffiare. A partire da Catanzaro. Annamaria D’ Andrea dell’ associazione Polis Aperta lo dice a gran voce. Minacce e pressioni non hanno fermato e ostacolato lanascita del comitato arcigay Catanzaro-Lamezia, rappresentato, ieri sera, da Francesco Furfaro, intervenuto prima di Lavinia Durantini dell’ Eos Arcigay, Riccardo Cristiano di Calabria radicale e Carlo Cremona, presidente di IKen.