Pd, 17 in corsa per sette posti Segrè si ritira. C’è Lo Giudice
Il preside di Agraria, Andrea Segrè si ritira dalla corsa delle primarie per la scelta dei candidati parlamentari Pd. È un ritiro destinato a fare rumore non solo perché è la seconda volta che succede (si sfilò dalla corsa a sindaco perché erano in campo Merola e De Maria) ma perché il suo passo indietro è una testimonianza dal campo che queste primarie non sono proprio così aperte. «Tempi così brevi e regole a maglie assai strette ha detto ieri Segrè non consentono a un profilo come il mio di esprimere il valore aggiunto di un percorso tutto maturato all’interno della società civile. Nell’attuale fase di forte fibrillazione, ma l’accelerazione non dipende dal Pd, che anzi ha dimostrato di credere nelle primarie, c’è poco spazio per chi non vive dentro la politica». Segrè, che negli ultimi tempi è stato nominato dal sindaco Merola alla guida del Caab e che ha poi preso la tessera del partito e fatto parte del comitato per Bersani, resterà dunque a guardare. La sua scelta non fa di certo felice il segretario Pd, Raffaele Donini, che puntava molto su di lui: «Mi dispiace, ma sicuramente Segrè sarà il primo a riconoscere che il Pd di Bologna ha dimostrato una certa apertura». Dalla società civile conferma invece la sua candidatura il presidente dell’associazione famigliari vittime della strage della stazione, Paolo Bolognesi che spiegherà oggi in una conferenza insieme all’ex giudice Libero Mancuso i motivi della sua candidatura. «Mi confronto da sempre con l’arroganza del potere ha detto ed è venuto il tempo che la società civile si faccia avanti». Per formalizzare le candidature c’è tempo fino a venerdì, molte partite sono chiarite, altre no. Il segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini, chiederà espressamente che non ci siano paracadutati da Roma nelle liste dell’Emilia-Romagna con al massimo un paio d’eccezioni anche perché è molto probabile che il segretario Pier Luigi Bersani o Dario Franceschini siano capilista qui. Alla direzione del partito di ieri sera Bonaccini ha anche proposto di ridurre le firme necessarie per i neo-candidati dal 5 al 3% degli iscritti. Per il resto nella quota nazionale entrerà Francesca Puglisi (o qui o nelle Marche) e probabilmente il politologo Carlo Galli. Oggi formalizzerà la sua candidatura anche il renziano Matteo Richetti, che però corre per le primarie in provincia di Modena. Nel bacino provinciale i posti dati per sicuri sono sette, ma al momento ci sono almeno 17 candidati potenziali. Partiamo dalle certezze. Ieri ha ufficializzato la sua candidatura l’ex segretario del Pd, Andrea De Maria che ha citato la sinistra di Berlinguer e ha detto che «è necessario un rinnovamento della nostra rappresentanza». Salvo clamorosi intoppi il suo è uno dei nomi favoriti della corsa, perché ha un considerevole bacino di voti sicuri nel partito. L’altra certezza da giorni è il sindaco di Crevalcore, Claudio Broglia, anche lui fortissimo sul territorio. In campo ufficialmente anche il capogruppo del Pd in Comune, Sergio Lo Giudice, che ha annunciato la sua candidatura su Twitter. La sua corsa non era prevista negli schemi iniziali ma l’esponente del Pd può convogliare su di sé i voti dell’Arcigay di cui è presidente onorario e ha chances di farcela. Completano il quadro due ricandidature, quella di Paolo Nerozzi (nella scorsa legislatura corse in Veneto) che può contare sui voti della Cgil e quella altamente probabile di Gianluca Benamati, parlamentare uscente molto forte in montagna. Annuncerà oggi la sua candidatura il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, che andrà a pescare nello stesso bacino di voti di De Maria. Poi c’è il capitolo renziani. Al momento l’ipotesi più probabile è quella che ci sia un grosso ingorgo. Accanto alla ricandidatura del parlamentare uscente Salvatore Vassallo potrebbero esserci altri uomini in corsa. Il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli, che oggi annuncerà le sue intenzioni, e il sindaco di Castenaso, Stefano Sermenghi, che confida: «Sto valutando, sentirò cosa ne pensa il mio partito». Capitolo donne: le tre uscenti Rita Ghedini, Sandra Zampa e Donata Lenzi saranno in campo. Anche qui però la gara si preannuncia piuttosto interessante perché saranno della partita anche Marilena Fabbri e Gabriella Montera, molto forti in provincia, e la renziana Virginia Gieri («Mi sto orientando a correre»). La presidente del consiglio comunale, Simona Lembi, dovrebbe annunciare la sua candidatura Resta un problema di non poco conto da risolvere. In queste ore nel partito c’è un po’ di irritazione per la candidatura di Broglia visto il suo ruolo di sindaco. Un piccolo segnale che potrà replicarsi per altri profili istituzionali. Richetti ha fatto sapere che se oggi si candiderà alle primarie si dimetterà da presidente dell’Assemblea regionale. E gli altri candidati che faranno? Olivio Romanini [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA Il preside di Agraria, Andrea Segrè si ritira dalla corsa delle primarie per la scelta dei candidati parlamentari Pd. È un ritiro destinato a fare rumore non solo perché è la seconda volta che succede (si sfilò dalla corsa a sindaco perché erano in campo Merola e De Maria) ma perché il suo passo indietro è una testimonianza dal campo che queste primarie non sono proprio così aperte. «Tempi così brevi e regole a maglie assai strette ha detto ieri Segrè non consentono a un profilo come il mio di esprimere il valore aggiunto di un percorso tutto maturato all’interno della società civile. Nell’attuale fase di forte fibrillazione, ma l’accelerazione non dipende dal Pd, che anzi ha dimostrato di credere nelle primarie, c’è poco spazio per chi non vive dentro la politica». Segrè, che negli ultimi tempi è stato nominato dal sindaco Merola alla guida del Caab e che ha poi preso la tessera del partito e fatto parte del comitato per Bersani, resterà dunque a guardare. La sua scelta non fa di certo felice il segretario Pd, Raffaele Donini, che puntava molto su di lui: «Mi dispiace, ma sicuramente Segrè sarà il primo a riconoscere che il Pd di Bologna ha dimostrato una certa apertura». Dalla società civile conferma invece la sua candidatura il presidente dell’associazione famigliari vittime della strage della stazione, Paolo Bolognesi che spiegherà oggi in una conferenza insieme all’ex giudice Libero Mancuso i motivi della sua candidatura. «Mi confronto da sempre con l’arroganza del potere ha detto ed è venuto il tempo che la società civile si faccia avanti». Per formalizzare le candidature c’è tempo fino a venerdì, molte partite sono chiarite, altre no. Il segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini, chiederà espressamente che non ci siano paracadutati da Roma nelle liste dell’Emilia-Romagna con al massimo un paio d’eccezioni anche perché è molto probabile che il segretario Pier Luigi Bersani o Dario Franceschini siano capilista qui. Alla direzione del partito di ieri sera Bonaccini ha anche proposto di ridurre le firme necessarie per i neo-candidati dal 5 al 3% degli iscritti. Per il resto nella quota nazionale entrerà Francesca Puglisi (o qui o nelle Marche) e probabilmente il politologo Carlo Galli. Oggi formalizzerà la sua candidatura anche il renziano Matteo Richetti, che però corre per le primarie in provincia di Modena. Nel bacino provinciale i posti dati per sicuri sono sette, ma al momento ci sono almeno 17 candidati potenziali. Partiamo dalle certezze. Ieri ha ufficializzato la sua candidatura l’ex segretario del Pd, Andrea De Maria che ha citato la sinistra di Berlinguer e ha detto che «è necessario un rinnovamento della nostra rappresentanza». Salvo clamorosi intoppi il suo è uno dei nomi favoriti della corsa, perché ha un considerevole bacino di voti sicuri nel partito. L’altra certezza da giorni è il sindaco di Crevalcore, Claudio Broglia, anche lui fortissimo sul territorio. In campo ufficialmente anche il capogruppo del Pd in Comune, Sergio Lo Giudice, che ha annunciato la sua candidatura su Twitter. La sua corsa non era prevista negli schemi iniziali ma l’esponente del Pd può convogliare su di sé i voti dell’Arcigay di cui è presidente onorario e ha chances di farcela. Completano il quadro due ricandidature, quella di Paolo Nerozzi (nella scorsa legislatura corse in Veneto) che può contare sui voti della Cgil e quella altamente probabile di Gianluca Benamati, parlamentare uscente molto forte in montagna. Annuncerà oggi la sua candidatura il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, che andrà a pescare nello stesso bacino di voti di De Maria. Poi c’è il capitolo renziani. Al momento l’ipotesi più probabile è quella che ci sia un grosso ingorgo. Accanto alla ricandidatura del parlamentare uscente Salvatore Vassallo potrebbero esserci altri uomini in corsa. Il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli, che oggi annuncerà le sue intenzioni, e il sindaco di Castenaso, Stefano Sermenghi, che confida: «Sto valutando, sentirò cosa ne pensa il mio partito». Capitolo donne: le tre uscenti Rita Ghedini, Sandra Zampa e Donata Lenzi saranno in campo. Anche qui però la gara si preannuncia piuttosto interessante perché saranno della partita anche Marilena Fabbri e Gabriella Montera, molto forti in provincia, e la renziana Virginia Gieri («Mi sto orientando a correre»). La presidente del consiglio comunale, Simona Lembi, dovrebbe annunciare la sua candidatura Resta un problema di non poco conto da risolvere. In queste ore nel partito c’è un po’ di irritazione per la candidatura di Broglia visto il suo ruolo di sindaco. Un piccolo segnale che potrà replicarsi per altri profili istituzionali. Richetti ha fatto sapere che se oggi si candiderà alle primarie si dimetterà da presidente dell’Assemblea regionale. E gli altri candidati che faranno? Olivio Romanini