Con grande amarezza dobbiamo comunicare che la Questura di Trieste ci ha negato il diritto di manifestare oggi sotto la Curia contro le dichiarazioni omofobe del papa. È già la seconda volte nell’arco di un mese che ci spostano una nostra manifestazione senza alcun margine di trattativa. Non accettiamo il compromesso di manifestare in un’altra piazza, sarebbe un ulteriore schiaffo alla nostra dignità, dopo le gravi affermazioni del massimo rappresentante della Chiesa cattolica, nei confronti delle famiglie omosessuali. La nostra manifestazione aveva senso davanti a quel palazzo del potere ecclesiastico, che, spiace constatarlo, è in grado di condizionare la vita democratica della nostra città. La motivazione ufficiale della Questura è che potremmo causare turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il movimento omosessuale in Italia, come nel resto del mondo, ha sempre manifestato pacificamente: e così volevamo fare, ma ci viene impedito. Domani non ci sarà alcuna manifestazione in Cavana e in nessun altro luogo della città; non potremo esprimere la nostra indignazione per quanto ci è stato detto, non potremo esercitare quel diritto fondamentale della democrazia, che consiste nella critica e nella manifestazione pacifica del proprio pensiero. In Italia noi omosessuali siamo senza diritti, non tutelati come singoli e come coppie, ed ora ci tolgono anche il diritto di manifestare. Indetta una conferenza-stampa alle 14.30 al caffè Verdi.
Arcigay: proibito manifestare davanti alla Curia
Questo articolo è stato scritto il 21 dicembre 2012.
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