Ci riferiamo al commento di Alfredo Ferro, “Le vere parole del Papa sui gay”, pubblicato su “Lo dico a La Sicilia”. Al riguardo, osserviamo che noi omosessuali NON vogliamo essere “accolti con rispetto, compassione e delicatezza” come riporta Ferro citando l’ultima edizione del catechismo, accoglienza che eviterebbe ogni discriminazione. Ma possibile non rendersi conto che già in questa catechesi è insita la discriminazione? Compassione, rispetto e delicatezza? Ma per favore, noi non siamo una specie protetta cui guardare con compassione. Al sig. Ferro diciamo: si metta bene in testa che noi siamo persone esattamente come lei. Che ne penserebbe se qualcuno la accogliesse con compassione? L’ultima boutade del sig. Ferro è la giustificazione dell’accoglienza data alla sig. Kadaga, primo ministro ugandese promotrice della pena di morte per gli omosessuali. Il lettore giustifica citando la parabola del figliol prodigo cui tributare feste per il rientro a casa. Siamo d’accordissimo: al pentito ponti d’oro. Ma a chi non solo non è pentito ma vuol tornare nel proprio Paese e proporre come dono di Natale al suo popolo la morte di persone, cosa tributare? Invitiamo il sig. Ferro a riflettere.
Giovanni Caloggero
presidente Arcigay Catania
«I gay non sono specie protetta e non vogliono compassione»
Questo articolo è stato scritto il 24 dicembre 2012.
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