Mantova. Virgilio pronto a discutere dei gay Beduschi: sì alle coppie di fatto

  

Un registro delle unioni civili a Virgilio? «Perché no, sono persone che non fanno nulla di male, però nessuno ce lo ha ancora chiesto». Mancano tre giorni al matrimonio simbolico organizzato dall’Arcigay davanti al Castello di San Giorgio, quando le coppie della comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale, transessuale) potranno giurarsi eterno amore; ma in provincia il coro dei “no” alla cerimonia si fa sempre più fitto. Tra le voci controcorrente c’è quella del sindaco di Virgilio, Alessadro Beduschi (Pdl). «Sono tradizionalista _ dice _ eppure credo che se due persone si vogliono bene e desiderano sposarsi, chi ne ha il potere deve dar loro la possibilità di farlo, riconoscendo l’unione». Il primo cittadino si sbilancia. «Non ho problemi a mettermi in contrasto con la linea di pensiero espressa dal mio partito, e da altri sindaci mantovani. Essere gay è un fatto di natura che va oltre ogni decisione, non una malattia». Anzi, ci vuole coraggio a venire allo scoperto. «Viviamo in una società ancora chiusa per certi aspetti e una scelta del genere non avvantaggia nessuno». Beduschi prende le distanze anche dalle parole del sindaco di Viadana Penazzi che ha paragonato la manifestazione a un carnevale. «Dubito che ai gay piaccia fare parate di questo genere, e se lo fanno, forse, è perché si sentono dei fantasmi». Con il tema delle adozioni le cose invece cambiano. «È tutta un’altra faccenda _ ci va cauto _ molto più complessa. Prima di tutto dobbiamo tenere a mente che ci sono moltissime coppie etero che non riescono ad adottare». Allora perché a Virgilio non è ancora stato introdotto il registro delle unioni civili? «Non ci siamo mai posti il problema _ spiega alla fine Beduschi _ perché nessuno degli elettori lo ha sollevato». E se dopo queste dichiarazioni dovessero arrivare delle richieste, «non esiterei a portare la cosa all’attenzione del consiglio. I cittadini hanno tutti gli stessi diritti». Elena Caracciolo


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