Quell’olocausto dimenticato

  

della mostra sull´olocausto degli omosessuali allestita alla biblioteca Passerini …
piacenza – Il colto e raffinato dottor Athos Fadigati del romanzo breve Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani o il radiocronista dell’Eiar interpretato da Marcello Mastroianni in Una giornata particolare di Ettore Scola: due volti dell’emarginazione che, nel caso del ricco medico ferrarese è innanzitutto sociale, ma che per la dolente figura di Gabriele diventa già condanna al confino e dunque una forma di persecuzione. In entrambi i casi, il motivo è l’orientamento omosessuale dei due uomini.
Attraverso quei personaggi il cinema e la letteratura squarciavano il velo su una situazione rimossa, che ebbe anche aspetti molto tragici nei terribili esperimenti (dalla castrazione all’evirazione, all’impianto di ghiandole artificiali a base di dosi massicce di testosterone) condotti nei lager nazisti, dove gli omosessuali venivano contrassegnati da un triangolo rosa. E’ il dramma raccontato nei quindici pannelli della mostra Omocausto: lo sterminio dimenticato degli omosessuali, proposta dal circolo Arcigay L’Atomo di Piacenza, in collaborazione con la Biblioteca Passerini Landi, con il patrocinio del Comune, in occasione della Giornata della memoria.
L’esposizione, allestita al piano terreno della biblioteca di via Carducci, 14, visitabile fino al 9 febbraio (orario: 9-19), introduce al clima della Germania prima dell’avvento al potere di Adolf Hitler, quando nella Berlino del divertimento i locali gay erano numerosi, nonostante rimanesse in vigore il Paragrafo 175 che dal 1871 vietava l’omosessualità. Le pene detentive furono inasprite (passando da cinque a dieci anni di carcere) sotto il Terzo Reich, a partire dal settembre 1935. All’abrogazione definitiva della legge, che pure era stata riformata nel 1969, si arriverà soltanto nel 1994.
La stessa Austria condannava le “relazioni sessuali fra persone dello stesso sesso”, sulla base del Paragrafo 129b, in vigore dal 1852 al 1971. Comunque, nella capitale tedesca, come rievocato nei libri di Christopher Isherwood, il clima era di una certa tolleranza, con luoghi di ritrovo conosciuti quali l’Eldorado, chiuso successivamente dai nazisti. Tra i paladini dei diritti degli omosessuali, emerge nella mostra l’apporto del medico Magnus Hirschfeld, pioniere della sessuologia, fondatore nel 1879 a Berlino del Wissenschaft-Humanitaires Komitee impegnato in prima linea per l’abolizione del Paragrafo 175.
Non si sa con sicurezza quanti omosessuali morirono nei campi di concentramento e di sterminio, ma tra le cause di decesso spesso vengono indicate le conseguenze del loro utilizzo come cavie. In Italia il fascismo non prevedeva la penalizzazione dell’omosessualità, ma potevano essere comminati tre provvedimenti: la diffida, l’ammonizione e il confino, con mete soprattutto Ustica e le Tremiti.
Anna Anselmi


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