Leggiamo con tanta sofferenza della notizia del bambino di 12 anni preso in giro presso la scuola media Angelini, perché “accusato” di essere omosessuale.
L’outing (dire a una persona che è gay, al di là che lo sia o meno) è una pratica violenta e odiosa. E assume maggiore gravità quando è perpetrato nei confronti di chi non ha gli strumenti per difendersi e quando, altresì, è consumato tra i banchi di scuola assumendo tutti i contorni di un fenomeno in crescita: l’omobullismo.
L’omobullismo è fonte di sofferenza e porta, purtroppo, anche a gesti estremi quali il suicidio.
Arcigay Pavia da anni entra nella scuole di Pavia e provincia, portando attraverso la storia di persone omosessuali le difficoltà che incontra una persona gay, e spiegando agli studenti come possono essere loro stessi protagonisti di un clima di serenità e accoglienza attraverso piccoli gesti.
L’esperienza maturata in questi anni, dentro le scuole e mediante le decine di segnalazioni ad Arcigay Pavia, ci ha fatto diventare un punto di riferimento autorevole per la comunità gay, lesbica e trans.
Chiediamo alla mamma del ragazzino preso in giro perché creduto gay, se lo vorrà, di confrontarsi con noi. Non è l’unico caso a Pavia purtroppo, ma non si è soli nell’affrontare queste situazioni. E noi vogliamo che da questa situazione “Simone” e la sua famiglia ne escano rafforzati.
Chiediamo, soprattutto, alla Dirigente scolastica Franca Bottaro di aprire le scuole da lei dirette alla nostra associazione: fateci incontrare gli studenti. Perché abbiamo visto quanta inconsapevolezza ci sia tra di loro e quanto ricchezza si possa creare con un confronto franco e sereno sui temi dell’omosessualità.
Noi siamo a disposizione, con la nostra storia e la nostra semplicità.
Giuseppe Eduardo Polizzi
Presidente di Arcigay Pavia