Abbiamo raccolto per circa un anno news e tweet potenzialmente portatori di messaggi di odio omofobo. Un gruppo di valutatrici e valutatori si è poi occupato di classificare i tweet (positivi se mostravano una posizione aperta e inclusiva nei confronti delle persone LGBTI, negativi se escludenti, discriminatori e offensivi, dubbi se il messaggio era ambiguo o poco decifrabile).
Qui il comunicato di lancio della campagna
PAROLE RICORRENTI NEI TWEET NEGATIVI*
*Abbiamo chiesto ad un gruppo eterogeneo di 7 persone di analizzare 5.189 tweet reali, contrassegnando come negativi quelli che secondo loro mostravano una posizione derisoria, escludente, discriminatoria, violenta nei confronti delle tematiche LGBTI
PAROLE RICORRENTI NEI TWEET POSITIVI*
*Abbiamo chiesto ad un gruppo eterogeneo di 7 persone di analizzare 5.189 tweet reali, contrassegnando come positivi quelli che secondo loro mostravano una posizione aperta, rispettosa, inclusiva, nei confronti delle tematiche LGBTI
PAROLE RICORRENTI NEI TWEET DUBBI*
*Abbiamo chiesto ad un gruppo eterogeneo di 7 persone di analizzare 5.189 tweet reali, contrassegnando come dubbi quelli che secondo loro mostravano una posizione poco comprensibile, ambigua, difficilmente decifrabile nei confronti delle tematiche LGBTI
Un totale di 5.189 tweet esaminati che ci hanno permesso di effettuare una serie di considerazione basate sui dati: 1) i messaggi contenenti odio si possono dividere in tre cluster: mondo dello spettacolo, dibattito pubblico e attualità, diritti e temi etici 2) Le parole più ricorrenti nei messaggi negativi sono: ricchione, propaganda, ordine, natura, quelle più ricorrenti nei messaggi positivi sono: cittadini, gruppo, associazioni, sociali, nei messaggi dubbi: privilegio, battuta, scherzo, opinione 3) I tweet più polarizzanti, ovvero quelli in cui i valutatori sono stati maggiormente in disaccordo camuffano le parole di odio con intenti sarcastici, 4) 1 persona su 10 esprime posizioni discriminatorie quando tratta argomenti LGBTI, 5) 4 persone su 10 esprimono posizioni ambigue, almeno nella metà dei casi attribuibili ad un linguaggio ironico nella forma, offensivo negli intenti.
IL VIDEO DELLA CAMPAGNA
Sulla base di questi dati abbiamo scelto di focalizzarci a livello comunicativo sul confine labile che esiste tra “scherzo” e “offesa”, tra “opinione” e “libertà di espressione”, mostrandone la pericolosità e le contraddizioni, desumendo che l’odio si annida laddove si lascia passare il messaggio che esista un gruppo sociale più meritevole di un altro, in virtù del supposto possesso di caratteristiche migliori. Diciamo che questa è la matrice di odio comune a quelle che definiamo “minoranze”: migranti, rom, donne.
Il video #nonfaridere cerca infatti – attraverso la lettura di tweet reali raccolti attraverso la piattaforma – di far emergere la parte razionale, estremizzando le dinamiche di quello che è accettato come “battuta”, ma che invece si configura come offesa gratuita.
(Video realizzato a cura dell’ Agenzia Pavlov)
Vai alla pagina con tutti i materiali
A questo link, dopo aver cliccato in fondo alla pagina su”Accesso come ospite”, inserendo il codice ACCEPTD14 è possibile partecipare ad un mini corso online per la realizzazione di efficaci contro narrative.
Ti invitiamo a condividere il video e i materiali della campagna sui tuoi canali social con l’hashtag #NONFARIDERE