Il valore centrale nella società italiana di oggi è quello della famiglia, del progetto di vita insieme, a due o più, e non quello del matrimonio, come affermato da Karol Woityla nel’appello rivolto stamattina al mondo politico italiano, sulla centralità della famiglia fondata sul matrimonio nel’azione politica.
Non è un caso che Woytila senta la necessità di ribadire costantemente la centralità del matrimonio, perché sa che nel senso comune la famiglia esiste dove ci sono amore e responsabilità condivise, progetti di vita fondati sul’affetto e sul rispetto reciproco.
Nessuna politica sociale laica nel 2001 può prescindere dal’abbracciare tutta la popolazione, come affermato dalla legge anagrafica che include ogni comunità di affetti nel concetto di famiglia. ‘esclusione delle coppie omosessuali dal’istituto del matrimonio, peraltro, rende discriminatorio il riferimento a questo istituto nel’azione politica di governi ed amministrazioni locali. E’ per questo che l’Arcigay sta raccogliendo in questi giorni le firme per la proposta di legge dei Radicali sul matrimonio gay.
Occorre guardare con laicità e senza dogmatismi e fondamentalismi religiosi alla società di oggi, alle donne e agli uomini che la compongono, ai loro sogni e ai loro progetti di vita, senza mirare a costringere ‘affettività e le relazioni degli italiani entro un burqa culturale.
In Europa sono ormai numerosi gli stati europei che hanno approvato leggi per il riconoscimento delle convivenze di fatto e omosessuali, cui il Vaticano si è sempre opposto duramente. Francia, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda, Finlandia, e Portogallo, più le regioni di Catalogna, Valencia, Aragona e Navarra in Spagna. Presso i parlamenti di Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sono in attesa di approvazione analoghi progetti di legge.
A causa delle pressioni vaticane ‘Italia rischia di essere il più arretrato tra i paesi europei sul piano dei diritti civili delle persone omosessuali.
Sergio Lo Giudice – Presidente nazionale Arcigay