Si è svolto ieri sera a Villadossola (Verbania) presso la Festa Nazionale de l’Unità della Montagna un dibattito promosso dalla Sinistra Giovanile sul tema “I diritti delle coppie di fatto”.
Sono intervenuti Andrea Benedino, portavoce nazionale CODS (Coordinamento Omosessuali DS), Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay, Paola Dall’Orto, presidente nazionale AGEDO e Roberto Negroni, assessore politiche sociali del comune di Verbania.
Nel suo intervento Andrea Benedino ha sottolineato come l’Italia sia ormai il fanalino di coda tra i Paesi europei rispetto al riconoscimento dei diritti civili degli omosessuali ed in particolare come sia difficile affrontare il tema del riconoscimento delle convivenze a causa delle interferenze delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche sulla politica italiana.
“Questo sarà però un tema — ha affermato Benedino — sul quale bisognerà costruire un discrimine forte tra centrodestra e centrosinistra, a partire dalla predisposizione di una proposta di legge per varare anche in Italia un istituto simile al PACS, proposta che dovrà far parte delle priorità programmatiche della sinistra e dell’Ulivo per le prossime elezioni politiche. Solo in questo modo saremo in grado di rispondere in modo forte alla politica omofoba e familista dei vari Storace e Formigoni”.
Paola Dall’Orto è poi intervenuta per raccontare l’esperienza dell’AGEDO (Associazone Genitori di Omosessuali), le difficoltà che incontra nel suo operare quotidiano, ma anche le straordinarie potenzialità che questa associazione — in quanto associazione di genitori – ha nell’aprire strade di dialogo che alle associazioni omosessuali resterebbero precluse. “Sono d’accordo con ogni proposta che miri a dare riconoscimento e diritti alle coppie omosessuali, in quanto si tratta di un contributo a far vivere meglio le persone”.
L’assessore Negroni, sottolineando di intervenire al dibattito più da ascoltatore che da protagonista, ha ricordato come da una breve indagine sulla composizione dei nuclei famigliari della sua città, siano emerse ben 58 tipologie diverse di famiglia, in una città come Verbania che conta più di 50.000 abitanti: “questo ci deve portare a concludere — ha affermato Negroni — come compito della politica sia quello di trovare il modo di tenere assieme le diversità culturali presenti nella società, senza pretendere di omogeneizzarle”.
Il ciclo degli interventi si è concluso con Aurelio Mancuso, il quale ha sottolineato come negli anni’70 furono soprattutto le donne a cambiare la sinistra italiana e a spingerla verso un dialogo con i movimenti per i diritti civili che portarono alla conquista del divorzio e dell’aborto: “ora saranno i giovani, ma soprattutto i gay che dovranno trasformare la sinistra italiana, una sinistra che spesso dimostra ancora la paura di fare il passo dalla famiglia modello “Mulino Bianco” alla realtà delle famiglie italiane: solo se saprà porre al centro del proprio programma le libertà individuali e civili di tutti, la sinistra recupererà quella credibilità che è stata vanificata dai tentennamenti del recente passato”.
Il dibattito è stato seguito da un folto pubblico che è più volte intervenuto affermando la speranza in un prossimo cambiamento dell’atteggiamento della sinistra e dei DS in particolare su questi temi.