Il presidente nazionale dell’Arcigay, Sergio Lo Giudice, ha inviato oggi una lettera aperta al Ministro per le Pari Opportunità, on. Stefania Prestigiacomo, in occasione dell’insediamento del Gruppo di studio "Sessualità, discriminazioni ed integrazione sociale" che dovrebbe elaborare risposte concrete alla questione omosessuale in Italia.
L’Arcigay contesta al Ministro sia il mancato coinvolgimento delle associazioni nel percorso che ha portato alla creazione del gruppo di studio sia le modalità di composizione dell’organismo.
“A differenza di molti altri paesi europei — afferma Lo Giudice -, in cui le istituzioni dello Stato posseggono al loro interno le strutture e le competenze per affrontare la questione delle pari opportunità per gay, lesbiche e transessuali, in Italia queste sono nate e cresciute quasi esclusivamente in seno alle organizzazioni non governative che la comunità glbt ha espresso. Tagliarle fuori da un coinvolgimento attivo significa sprecare un patrimonio di conoscenze, idee, proposte”.
In merito alla composizione della Commissione (unico gay coinvolto, l’on. Franco Grillini), la lettera aggiunge: “Affidare ad un gruppo in cui la presenza omosessuale è ridotta a semplice testimonianza l’elaborazione di riflessioni e proposte costituisce un disconoscimento di chi da decenni lavora in Italia su questi temi. Inoltre la presenza di una sola donna nel gruppo ( la prof.Eugenia Scabini, docente alla Cattolica di Milano) comprime un punto di vista di genere, esclude il punto di vista lesbico e rende monca la composizione della commissione.
Perplessità anche sui motivi dell’inserimento del prof. Fernando Aiuti, designato Presidente del gruppo di studio, e dell’infettivologo prof. Giovanni Ippolito, “due luminari della lotta all’AIDS — li definisce Lo Giudice -, voci autorevoli ed importanti compagni di strada”. Ma , prosegue il presidente dell’Arcigay “esiste già una Consulta nazionale AIDS, di cui Arcigay fa parte. Riaffermare la centralità della questione Aids in un gruppo di lavoro sull’orientamento sessuale significa riaprire un elemento di confusione sul concetto di “categorie a rischio” che non ci piace”.
Infine, l’Arcigay ricorda al Ministro che entro il febbraio del 2003 dovrà essere resa attuativa la direttiva 78/2000 del Consiglio dell’Unione Europea che impegna gli Stati a combattere qualsiasi discriminazione diretta o indiretta basata sull’orientamento sessuale.
“. In questi anni — conclude Lo Giudice – sono state prodotte esperienze, riflessioni , proposte. Queste, oggi, rischiano di essere disperse e l’Italia si accinge ad arrivare impreparata all’appuntamento del 2003”