TORONTO – Da mesi hanno smesso di bere birra canadese, gli americani, per non sostenere un Paese che preferisce la pace alla guerra a Saddam e hanno smesso di far shopping a Toronto anche se lassù tutto costa la metà che a New York, per la guerra, sempre, e con ‘aggravante della Sars. Ma ‘è un richiamo che in America da qualche giorno ha cominciato a suonare forte e chiaro: gay e lesbiche dagli Stati Uniti migrano a nord per andare al’altare.
Una storica sentenza della corte suprema dello stato del’Ontario la settimana scorsa ha di fatto consentito il matrimonio tra coppie dello stesso sesso e la notizia ha fatto presto ad arrivare a sud del confine. Tanto da trasformare le città di confine del Canada in una destinazione da cerimonie mordi e fuggi. E ‘è chi la chiama già Las Vegas del nord, la Las Vegas col vizietto.
Una legge federale del 1996 intitolata alla difesa del matrimonio vieta ai governi americani di consentire ‘unione di persone dello stesso sesso e almeno 30 Stati hanno emanato leggi proprie per mettere al bando questa pratica. Ma i trattati internazionali siglati tra Canada e Stati Uniti obbligano i due paesi a riconoscere i matrimoni legalmente consentiti al di là del confine, senza se e senza ma.
Gli esperti legali prevedono che la sentenza canadese possa mandare gambe al’aria i bacchettoni americani, persino in quegli Stati in cui anche la teoria di Darwin è bandita dai testi scolastici. I movimenti gay, galvanizzati, sognano già una revisione delle leggi del’Unione sul matrimonio. "Vero che Olanda e Belgio hanno legalizzato le nozze gay da anni, ma che lo faccia il Paese vicino di casa è tutta u’altra cosa" spiega Evan Wolfson attivista di New York
Nel frattempo, smoking o velo bianco in valigia, a dozzine le coppie dagli Stati Uniti hanno cominciato a presentarsi in chiesa. Robert Martin di Atlanta e il suo compagno Michael Demmons hanno prenotato il primo volo per Ottawa e via: "Non che sia davvero necessario avere un pezzo di carta con il timbro di un governo, ma certo aggiunge qualcosa in più" ammette Robert.
Giovedì scorso, Andrew Blair è stato il primo americano a spostare un altro uomo a Niagara Falls, giunto apposta da St. Louis. Niente di meglio della città delle cascate con le sue caratteristiche suite matrimoniali con vasca e letto a forma di cuore, un prodigio kitsch che attrae sposini nordamericani da generazioni.
Il sogno potrebbe spezzarsi presto tuttavia, qualora il ministro della Giustizia federale decidesse di sfidare la corte del’Ontario e appellarne la sentenza alla corte suprema federale. Martin Cauchon farà un annuncio nel corso della settimana ma le pressioni al’interno del partito liberale al governo e le fortissime comunità gay del Paese spingono per una posizione aperta a tutti i matrimoni.
Il gay pride di Toronto, che il 29 giugno attrarrà circa un milione di persone, farà della sentenza una vera e propria bandiera.