L’on. Livia Turco e l’on. Alessandra Mussolini hanno presentato stamattina la proposta di legge sulla “Disciplina della convivenza familiare, filiazione, successione”, che estende alcuni diritti alle coppie di fatto escludendo però in modo esplicito quelle omosessuali.
Turco e Mussolini
“Una proposta inaccettabile — è il commento del Presidente nazionale dell’Arcigay Sergio Lo Giudice – che introdurrebbe per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano il principio di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, in spregio alla Carta di Nizza e alla stessa Costituzione di cui ignora il principio di pari dignità sociale e di eguaglianza di fronte alla legge sancito all’art.3
Le proponenti giustificano la discriminazione facendo riferimento, nella relazione, alla presenza di figli. Ma così non è nel testo della legge, dove l’art.4 (sull’impresa familiare) e l’art.5 (sull’estensione dei diritti successori) fanno riferimento a diritti maturati dai componenti della coppia eterosessuale convivente indipendentemente dalla presenza dei figli.
Nella proposta Turco — Mussolini si riconoscono diritti della coppia convivente in quanto tale ed in uno spazio giuridico esterno a quello del matrimonio: in questo ambito discriminare una coppia gay o lesbica sarebbe come discriminare una coppia di neri o di ebrei..
L’orientamento sessuale, infatti, non è un mero comportamento né una sorta di affezione temporanea, ma un elemento che caratterizza in modo profondo la personalità di ogni individuo. La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea siglata a Nizza nel 2000 e recepita dall’Italia ne vieta la discriminazione al pari della razza, del sesso, del colore della pelle, della religione. Ampliare la sfera dei diritti escludendone una parte della cittadinanza sulla base di una caratteristica identitaria rappresenta un’odiosa forma di apartheid sociale indigeribile per una società civile e democratica.
Come reagirebbero l’on. Turco e l’on. Mussolini se qualcuno proponesse il voto a sedici anni solo ai ragazzi di sesso maschile? O se si riservasse la possibilità di assumere la cittadinanza dopo cinque anni ai soli immigrati di fede cattolica? Riuscirebbero a salutare queste proposte come un avanzamento democratico?
In Parlamento sono già depositate diverse proposte di legge che riconoscono, come già in 14 Stati europei (Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Ungheria, Svizzera, più quattro regioni della Spagna) i diritti delle coppie non sposate senza l’arcaica distinzione dell’orientamento sessuale. In particolare, dal gruppo parlamentare DS della Camera di cui fa parte l’on. Turco, sono giunte più di cento firme sulla proposta di legge Grillini-Violante-Pollastrini sul PACS, il Patto Civile di Solidarietà sul modello francese. Siamo preoccupati da questa inversione di tendenza che ignora le frequenti sollecitazioni provenienti dal Parlamento europeo e ripropone principi illiberali che speravamo superati.”