La legge sulla fecondazione assistita appena approvata dal Senato è una legge medievale: uno schiaffo al principio di autodeterminazione delle donne, u’offesa alla laicità dello Stato, un attacco alle libertà individuali nel paese. Per la prima volta nel’intera storia ‘Italia si è introdotto, con ‘art.5, un principio esplicito di discriminazione sulla base del’orientamento sessuale e lo si è fatto sulla pelle di donne che necessitano di un intervento sanitario.
Il divieto per le donne lesbiche sterili di ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita non ha alcun fondamento se non nella volontà di subordinare una legge di tutela del diritto alla salute ad una concezione religiosa.
Una ricerca del’Università di Bruxelles sui figli di coppie lesbiche nati da donatore anonimo ha mostrato che non vi sono differenze riguardo alla qualità del rapporto con i genitori e al benessere psicologico dei ragazzi. Lo stesso vanno ripetendo da tempo ‘Accademia Americana di Pediatria e ‘Associazione degli psicanalisti e psichiatri americani, che ha chiesto la soppressione del divieto di adozione da parte delle coppie gay.
Questa maggioranza, con il colpevole supporto della Margherita, fa a pezzi una concezione dello Stato come strumento laico di armonizzazione delle complessità sociali fondato sul rispetto delle convinzioni filosofiche, culturali, religiose dei singoli.
Il riconoscimento giuridico del’embrione fin dal concepimento, che va delineandosi come una scelta della maggioranza, rischia di rappresentare un attacco surrettizio alla legge sul’aborto, in spregio al’opinione della stragrande maggioranza degli italiani.
‘ scandalosa la subordinazione di un intervento legislativo così delicato alla visione cattolico romana della donna, della maternità, del’embrione, della dignità del’identità omosessuale.
Un passo indietro nel percorso occidentale verso il riconoscimento dei diritti individuali, un ennesimo passo avanti verso la confessionalizzazione delle istituzioni repubblicane.
‘Italia sta perdendo la bussola della libertà: se si sfida il paese su questi temi, il paese saprà rispondere. Arcigay sarà in prima fila in un referendum che, co’è già successo con divorzio e aborto, faccia sentire la voce libera e laica delle italiane e degli italiani.