Da "La Repubblica" del 13.08.04 di ARTURO ZAMPAGLIONE
La California annulla le nozze gay
Manifestazioni di protesta a San Francisco dopo la decisione dei giudici di bocciare le licenze concesse dal sindaco della città. La Corte suprema dichiara illegittimi più di quattromila matrimoni. La maggioranza degli elettori americani, secondo i sondaggi, sarebbe contraria alle unioni tra omosessuali
NEW YORK – In un clima solenne e festoso, tra applausi, fiori, flash, brindisi, smoking, telecamere, interviste, Del Martin e Phyllis Lyon, 83 anni il primo e 79 il secondo, si sposarono a febbraio dopo mezzo secolo di convivenza. Le loro furono le prime nozze gay celebrate a San Francisco, dopo che il sindaco della città californiana (e capitale della cultura gay) Gavin Newsom, si era deciso a sfidare le leggi, venendo incontro ai suoi elettori e alla sua coscienza. Nel mese successivo, fino all´11 marzo quando ricevette un´ingiunzione dal tribunale, il comune di San Francisco consegnò 4037 certificati di matrimonio ad altrettante coppie gay, aprendo un nuovo fronte della battaglia contro le discriminazioni. Ma ieri la corte suprema della California ha annullato, con cinque voti a favore e due contrari, tutte le nozze uomo-uomo donna-donna già contratte, accusando il sindaco Newsom di aver scavalcato la sua sfera di competenza.
«Non potevamo permettere che un pubblico ufficiale agisse senza rispettare i limiti», ha spiegato il presidente della corte Ronald George. «In caso contrario avremmo favorito l´anarchia legislativa: non è possibile che a livello locale si contraddicano le regole adottate al livello più alto». Ma la corte si è riservata di decidere sul tema più importante, cioè sull´aspetto discriminatorio (e quindi eventualmente anti-costituzionale) delle norme secondo cui il matrimonio può essere solo tra uomini e donne. Il caso sarà esaminato l´anno prossimo. E per la comunità gay californiana c´è ancora speranza.
«Ma alla nostra età non abbiamo il lusso del tempo», si lamenta Lyon, ormai quasi ottuagenario. «L´annullamento delle nozze deciso dalla corte suprema ci fa perdere diritti e forme di protezione, che sono essenziali per noi vecchi». Anche il sindaco Newsom protesta: «La sentenza, che rispetterò pur senza condividerla, conferma che in America regna la discriminazione. La battaglia delle coppie gay e lesbiche per conquistare gli stessi diritti delle coppie eterosessuali deve continuare. E sono orgoglioso di quelli che sono arrivati qui da ogni angolo d´America a pronunciare il loro ?sì´».
Subito dopo la decisione di ieri, le organizzazioni tradizionaliste come la Alliance defense fund hanno cantato vittoria («È stata ristabilita la legge»), mentre le associazioni dei gay si sono mobilitate, con manifestazioni di protesta nelle strade di San Francisco e un intenso movimento sui siti Internet. «Sarà uno degli scontri più romantici nella lotta per i diritti civili», ha assicurato Molly McKay, dirigente della Marriage equality California, che ha un ruolo di primo piano nelle iniziative legislative in corso. Ma la battaglia si prospetta anche molto difficile.
La maggioranza degli elettori della California (come di tutti gli Stati Uniti, a sentire i sondaggi) sono contrari alle nozze gay: hanno già approvato un referendum che limita i matrimoni alle coppie eterosessuali. E sull´onda delle polemiche di San Francisco e del Massachusetts, dove la corte suprema ha sancito la legittimità delle unioni omosessuali, iniziative del genere si moltiplicano ovunque. Pochi giorni fa il Missouri ha ratificato un emendamento costituzionale che vieta le nozze gay. Gli abitanti della Louisiana voteranno il 18 settembre. Otto stati si pronunceranno a novembre: Arkansas, Georgia, Kentucky, Mississippi, Montana, Oklahoma, Oregon e Utah. Un tema rimbalzato anche nel duello tra George W. Bush e John Kerry. Il presidente, per accontentare gli ambienti religiosi e conservatori, chiede un emendamento alla costituzione federale in modo da chiudere il capitolo per sempre. Anche l´avversario democratico è contrario ai matrimoni omosessuali, ma suggerisce che siano i singoli stati, e non il Congresso, a decidere sul da farsi.
La vicenda non è chiusa La Corte deve ancora pronunciarsi sulla costituzionalità della legge statale che proibisce le unioni gay.
Da "L’Unità" del 14.08.04 di Delia Vaccarello
«Ma non si cancellano quelle storiche nozze»
Intervista a Franco Grillini
Il deputato Ds: in Italia pronti a una campagna per il riconoscimento delle coppie di fatto
«I quattromila matrimoni gay di San Francisco, annullati o meno, sono il fatto più straordinario che è accaduto nel mondo quest’anno relativamente alla questione omosex», Franco Grillini, deputato ds, «padre» della proposta di legge sul Pacs in discussione presso la commissione Giustizia in Parlamento, commenta la sentenza della Corte Suprema della California che ha sospeso la validità delle unioni celebrate dal sindaco di San Francisco, Gavin Newsom. Dalla cornice della agrigentina valle dei Templi, luogo ove non era di casa la discriminazione anti-omosex, Grillini rilancia: «La questione gay sarà uno dei primi cinque punti della politica italiana nei prossimi anni».
Grillini, l’annullamento delle nozze in California è un duro colpo per il movimento gay in Usa?
«Affatto, grazie alla celebrazione di quelle nozze il mondo si è accorto di un fenomeno sociale nascosto. Migliaia di uomini e donne, con i figli e i parenti, hanno fatto la fila di notte per ottenere le licenze. Se 4mila coppie gay sono concretamente andate in municipio, un milione di loro ha desiderato farlo. La necessità di vedere riconosciuti i propri diritti è fortissima. Il valore politico è intatto. La Corte, poi, non è entrata nel merito dell’unione, annullando solo l’operato del sindaco che avrebbe agito fuori dalla sue competenze. Ci sarà un pronunciamento tra sei mesi e l’esito potrebbe essere favorevole alle coppie gay, come è successo in Massachusetts».
In Italia cosa succede?
«La proposta di legge sul Pacs, patto civile di solidarietà, è in discussione presso la commissione Giustizia. La Loggia (An) e Pecorella (Fi) si sono espressi a favore delle coppie di fatto etero e hanno detto di no alle omo. Noi lanceremo una nuova associazione, la Lega italiana Pacs, che si occuperà delle tante coppie di fatto nel nostro paese. Lo scontro è tra una morale a priori e una morale della libertà, tra un’etica che si arrocca sui principi, e una che sostiene i diritti individuali e punta sulle responsabilità. Il riconoscimento delle coppie di fatto concluderà il cammino iniziato con divorzio e aborto».
La questione gay in America è tra i primi punti della campagna elettorale. Ha la stessa influenza nella politica di casa nostra?
«Nei prossimi anni diventerà tra i primi cinque punti della politica italiana, così come in tutto il mondo è, ormai, questione dirimente».
In America, in Francia, e anche in Italia la spinta innovatrice viene dai sindaci e dai rappresentanti locali. Come mai?
«Da noi l’esempio è recente: lo Statuto della Regione Toscana in Italia ha dato riconoscimento alla famiglia e alle altre convivenze e per questo è stato impugnato dal Governo. Gli enti locali per loro natura sono più vicini ai bisogni della gente, sul fronte della sanità o del diritto alla casa sono osservatorio privilegiato e registrano le situazioni di povertà di diritto. Cosa che, il governo, da noi, non ha tollerato».