L’ennesimo attacco alle libertà civili assestato dal Presidente della CEI, è il più chiaro sintomo che la posta in gioco è davvero alta: il sogno accarezzato dagli alti prelati, campioni del cattolicesimo più reazionario, di rendere tutti i credenti e non, “eunuchi per il regno dei cieli”, è un progetto sempre più difficile da attuare.
In modo anche un po’ farsesco, la gerarchia cattolica, composta esclusivamente da celibi, continua a intromettersi nella vita privata delle persone occupandosi di temi, di cui, per scelta vocazionale, non dovrebbe essere esperta. E invece ecco il presidente della CEI che se la prende con la raccolta di firme per il referendum che vuole abrogare l’orrenda legge sulla fecondazione assistita, con il riconoscimento delle unioni gay ed etero presente nello Statuto di tre regioni italiane (Emilia, Toscana, Umbria) e con la Spagna che, tra poco sarà il dodicesimo paese dell’Unione Europea ad avere una legge sulle coppie di fatto.
Come mai tanta insistenza? La verità è che il tentativo di dominare il corpo altrui, di orientare con le proprie posizioni medioevali, parlamenti, leggi, stili di vita, sta assumendo per la gerarchia cattolica i caratteri di una vera e propria guerra mondiale contro la libertà e la laicità degli stati. La Chiesa cattolica può invece scegliere la strada del dialogo e della comprensione, sentimenti questi presenti in larga parte della comunità dei fedeli, ma che la gerarchia vive con terrore, perché con il tempo intaccherebbero certezze, poteri, e rendite di posizione.
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay