E’ censura di stato?

  

Al Direttore generale della Rai Flavio Cattaneo
Al Presidente di Mediaset Fedele Confalonieri

Gentilissimi,

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

negli ultimi giorni siamo stati costretti ad assistere ad un’escalation di attacchi alla dignità delle cittadine e dei cittadini omosessuali da parte del Governo del paese.

Le parole del ministro Rocco Buttiglione di fronte alla commissione Libertà e Diritti del Parlamento europeo, dove ha parlato di gay e lesbiche come di “peccatori”, hanno dato il via ad ulteriori interventi sempre più allarmanti.

Il ministro Calderoli (che qualche mese fa aveva paragonato alle “convivenze con cani e gatti” le coppie omosessuali) ha brandito come un insulto l’accusa di omosessualità nei confronti dei componenti delle stessa commissione. Il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ha difeso le posizioni di Buttiglione accusando di fondamentalismo i suoi detrattori.

Il ministro Mirko Tremaglia ha offeso pesantemente tre milioni di italiani utilizzando nei loro confronti — su carta intestata del ministero – insulti da caserma che mai ci saremmo aspettati di sentire dal componente di un governo europeo e che hanno suscitato una forte indignazione. Non quella del vicepremier Fini, che ha minimizzato le parole razziste del collega di governo.

Mirko Tremaglia

Mirko Tremaglia

Persino Stefania Prestigiacomo, ministro per le Pari Opportunità, ha difeso il suo collega definendo quella bruciante ingiuria come “una battuta senza intenti discriminatori”, legittimando quelle battute che gli adolescenti gay e lesbiche sono costretti a subire sin dai banchi di scuola.

In questo contesto di lesione della dignità di una parte della cittadinanza, né la Rai né Mediaset hanno ritenuto di dedicare il benché minimo spazio al punto di vista dei gay, delle lesbiche e delle loro associazioni. In questi giorni l’indignazione della comunità omosessuale non ha voce: sembra di ritornare agli anni in cui la censura di Stato imperava. Contro questo atteggiamento protesteremo in modo fermo, oggi con questa lettera aperta, domani con ogni altro strumento democratico a nostra disposizione.

Vi chiediamo di porre fine a questo oscuramento del confronto democratico: non vogliamo pensare che l’ondata di offese che dalle stanze del Governo sta investendo l’onore e la rispettabilità delle persone gay e lesbiche del Paese trovi nei mezzi d’informazione televisiva un ulteriore strumento di offesa.

Distinti saluti,

Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay


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