La Commissione LIBE (Libertà e Diritti) del Parlamento Europeo ha bocciato il via libera alla nomina di Rocco Buttiglione alla carica di commissario UE.
“Quella del Parlamento Europeo — commenta Sergio Lo Giudice, Presidente nazionale di Arcigay — è una decisione conforme al carattere laico delle istituzioni europee e ai principi contenuti nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata a Nizza nel 2000.”
“Se in Italia — prosegue Lo Giudice — siamo abituati ad un insopportabile atteggiamento confessionale da parte di forze politiche ed istituzioni pubbliche, dall’Europa arriva una lezione semplice ma profonda: i diritti delle persone, comprese gay e lesbiche, sono diritti indisponibili e i principi antidiscriminatori della Carta di Nizza non sono solo delle parole, ma linee di indirizzo da applicare con convinzione.
Questa Europa ci piace e ci conforta: il cortile del Vaticano si ferma alle Alpi.”
Da "Repubblica.it"
Europarlamento, bocciato il commissario Rocco Buttiglione
Doppio no della commissione giustizia, libertà e sicurezza – Il caso dopo la sua audizione: "Ha detto cose illiberali". La decisione non è vincolante, ma il nuovo presidente dell’esecutivo Ue dovrà decidere se dire no ai deputati
Rocco Buttiglione
BRUXELLES – Dal Parlamento Europeo uno schiaffo a Rocco Buttiglione. La commissione giustizia, libertà pubbliche e sicurezza del Parlamento europeo ha prima respinto la risoluzione che accoglieva la candidatura di Rocco Buttiglione quale commissario europeo a giustizia, libertà e sicurezza. Poi, in un successivo voto, ha respinto anche la risoluzione che proponeva di confermarlo vicepresidente, ma di cambiarne il portafoglio.
E’ una bocciatura su tutta la linea, dunque, che nasce dalle dichiarazioni dei giorni scorsi dell’ex ministro del governo italiano davanti all’assemblea di Strasburgo. Parole con le quali Buttiglione aveva definito, per esempio, "un peccato" l’omosessualità, anche se ciò – aveva specificato – non può portare "a nessun tipo di discriminazione". Dichiarazioni che erano state definite illiberali e discriminatorie da molti membri del Parlamento europeo.
Si tratta di una decisione che apre scenari al momento difficilmente prevedibili. Il voto di oggi, infatti, non è vincolante, e si tratta di una sorta di moral suasion nei confronti del presidente del nuovo esecutivo Ue, Jose Manuel Barroso. Vale a dire che Barroso non è costretto a recepirla, pur se una simile posizione provocherebbe, inevitabilmente, frizioni con gli europarlamentari. Quegli stessi europarlamentari che saranno chiamati ad esprimere la loro fiducia (in questo caso invece vincolante) nei confronti dell’intera nuova Commissione Europea.