Ormai tutti i giorni qualche vescovo non perde l’occasione per esternare sull’omosessualità, con parole di condanna, che fra l’altro vanno ben oltre le già discutibili posizioni della Curia romana.
Così il vescovo di Aversa, Monsignor Mario Milano, ha oggi dichiarato sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno che: “Premetto che da parte della Chiesa esiste il massimo della comprensione nei confronti dei fratelli e delle sorelle affette da questo tipo di patologie….il peccato è peccato e non può essere alimentato.”
Ricordo all’alto prelato, che neppure i documenti ufficiali vaticani se la sentono di andare contro la scienza, e da tempo non affermano più che l’omosessualità sia una patologia, ma bensì una condizione dell’essere umano. Naturalmente il vescovo non si fa sfuggire l’occasione per ribadire che “Gli omosessuali, con i loro comportamenti, deviano l’ordine naturale delle cose cadendo nel peccato.” Concludendo che: “…Parole che ogni buon cristiano dovrebbe diffondere”.
Ormai le gerarchie cattoliche, del tutto dimentiche della missione di amore e comprensione che la Chiesa dovrebbe svolgere in tutti gli ambiti, hanno rispolverato gli antichi banchi dei Tribunali ecclesiastici e vogliono con tutti i mezzi far ripiombare il nostro Paese in un clima di caccia alle streghe.
Fa, infatti, un certo effetto, sentir riecheggiare nel 2004, le stesse frasi che pronunciavano i componenti della Santa Inquisizione, per formulare la propria condanna al rogo di migliaia di omosessuali.
Ogni volta che un sacerdote, un vescovo, la Curia, condanna in questo modo milioni di cittadini, cresce l’odio nella società, si moltiplicano gli atti di violenza verso gli omosessuali, i gay credenti si sentono sempre più soli ed emarginati. Chissà quando si leverà qualche voce a difesa della minoranza più oltraggiata e perseguitata dalla Chiesa…
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay