In Italia i gay esclusi dalla legge contro le aggressioni razziste

  

Un cameriere gay di 37 anni è stato ucciso sabato notte a Londra da una babygang che ha aggredito la stessa notte altri omosessuali.

“Se accadesse in Italia — commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice — il reato non sarebbe considerato altrettanto grave dell’uccisione per motivi razzisti di un immigrato, un ebreo o l’appartenente ad un’altra minoranza abitualmente e storicamente perseguitata”.

In Italia si sono infatti voluti escludere i gay dalla protezione della legge Mancino, n. 205 del 25 giugno 1993, la cosiddetta legge anti-naziskin, contro le aggressioni razziste basate sulla religione, le origini etniche, razziali e nazionali. Queste aggressioni sono infatti considerate particolarmente gravi perché oltre ai danni procurati alla singola vittima, terrorizzano intere categorie di persone, minandone quindi la libertà, la piena cittadinanza e la serena convivenza.

“L’esclusione delle persone omosessuali dalla tutela contro le aggressioni razziste — continua Lo Giudice — è una discriminazione pericolosa perché potrebbe indirizzare la violenza razzista proprio contro di loro, meno protetti delle altre minoranze abitualmente e storicamente perseguitate.

“Ad opporsi maggiormente all’estensione della legge Mancino alla protezione delle persone omosessuali sono proprio quelle forze politiche i cui esponenti continuano a dichiarare peccaminosa l’omosessualità e a bollare con parole di disprezzo e di scherno i cittadini omosessuali”.

Aggressioni ai danni di persone omosessuali avvengono regolarmente anche in Italia. Uno dei casi più recentemente segnalati è quello di domenica 17 ottobre, quando una coppia di ragazzi gay è stata aggredita con schiaffi e insulti al grido di “froci, vergognatevi!” in piazza Bellini, in pieno centro a Napoli.


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