Marche, nessuna apertura sulle coppie di fatto

  

Contrariamente a quanto affermato dalla Regione Marche, lo Statuto appena approvato in via definitiva, non contiene alcuna apertura rispetto alle coppie di fatto.

Marche

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Infatti, nello Statuto si fa genericamente riferimento alla tutela della famiglia, ma si omette di declinare cosa oggi significhi questa parola, ovvero una serie di diversificati progetti d’amore che vanno dalla famiglia tradizionale fondata sul matrimonio alle coppie ricostituite, dai nuclei monoparentali (di solito donne sole con figli a carico) a convivenze etero o omosessuali.

E’ netta la differenza tra il testo marchigiano e quelli delle altre regioni governate dal centro sinistra (Toscana, Umbria ed Emilia Romagna, che parlano esplicitamente di riconoscimento delle coppie di fatto) e, risuona ancora oggi la presa di distanza della Presidente Amati (dei DS) della Commissione Statuto delle Marche, rispetto al coraggioso articolato toscano, di cui la stessa prevedeva la bocciatura da parte del Governo.

Ciò che è successo è cronaca di questi giorni: il Governo ha impugnato quello Statuto, ma la Corte Costituzionale ne ha respinto le ragioni.

Non si cerchi quindi, attraverso le note ufficiali, di far passare messaggi che non hanno alcun fondamento, la verità è una sola: il centro sinistra delle Marche ha volutamente lasciato fuori il riconoscimento delle coppie di fatto perché lo riteneva un argomento scomodo e “provocatorio”.

Le associazioni omosessuali marchigiane hanno dovuto registrare da tempo, che nonostante i molti tentativi di far introdurre le norme contenute negli Statuti approvati nelle altre regioni dove governa il centro sinistra, si sia solamente riusciti a non aggravare la situazione, convincendo i politici locali a non immettere norme ancora più restrittive.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay


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