A Madrid si gioisce. A Roma la lotta è ancora contro chi discrimina

  
Roma Pride 2005

Roma Pride 2005

«Lottiamo perché le discriminazioni diventino storia». Giugno e luglio sono mesi in cui si celebrano in Italia e nel mondo le manifestazioni per ‘orgoglio omosessuale, in ricordo dei fatti di Stonewall del 28 giugno 1969 che videro per la prima volta in America persone trans e omosex ribellarsi alle vessazioni e alle retate della polizia. Sabato la grande manifestazione di Madrid con un milione di cittadini in piazza (e Arcigay in prima fila) è stata di giubilo per ‘avvento delle leggi attese da tempo che regolano le unioni etero e omosex. La società spagnola aspettava una risposta adeguata alle tante separazioni avvenute dentro un quadro familiare tradizionale in crisi e alle numerose unioni omosex che premevano per avere cittadinanza. Divorzi brevi e nozze gay voluti da Zapatero tolgono allo Stato il ruolo di normare un modello di convivenza e offrono una cornice in grado di garantire diritti e non di imporre modelli di vita e di amore. ‘Italia, invece, non trionfa. È tempo ancora di lottare per difendere i propri affetti. Il pride che si terrà a Roma il 9 luglio, con corteo che partirà da piazza della Repubblica alle 16, chiede con forza una legge contro le discriminazioni, organizza una raccolta di firme ad hoc, e diffonde un documento che punta il dito contro pestaggi, diffamazioni, diritti negati. Sono mesi, questi, in cui le persone omosex e trans hanno subìto attacchi ripetuti. Il cartello delle associazioni del Roma pride 2005 ha deciso di dire basta schierando tutte le realtà in prima fila: Agedo Roma, Arcigay Roma Gruppo Ora, Arcilesbica Roma, Arcitrans Roma Libellula 2001, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, D’Gay Project, Epicentro Ursino Romano, Gayroma.it, Gruppo Pesce Roma, L.C.R Roma, Nuova Proposta, R.E.F.O, Ufficio Nuovi Diritti Roma e Lazio.

A rendere il clima tenebroso ‘è sullo sfondo la nuova «crociata» alle unioni gay da parte di alcuni ambienti cattolici che pare racchiusa in un comando: «Gli omosessuali si devono curare». Sul sito www.papaboys.it, nel corso di trasmissioni radiofoniche – ‘ultima è andata in onda su Radio Maria – si è sostenuto a più riprese che dal’omosessualità si può guarire e che il movimento gay è il nemico principale di questa cura, omettendo che ‘organizzazione mondiale della Sanità ha cancellato ormai da decenni ‘omosessualità dal novero delle malattie mentali.

Non è ‘unico argomento che vede ‘Italia intrappolata in ritorni di oscurantismo, pensiamo infatti alle bordate contro la legge sul’aborto. Ma se il tempo da noi si piega su se stesso, altrove non è così. Solo allargando lo sguardo respiriamo. Nei giorni scorsi circa mezzo milione di persone hanno sfilato a New York sulla Fifth Avenue ricordando la rivolta di Stonewall. Erano nel corteo alcuni degli agenti di polizia (ora in pensione) che parteciparono nel 1969 agli scontri ai danni dei gay. Più di tren’anni ci sono voluti per riconoscere il diritto al’amore e scoprire la solidarietà. Giubilo, dunque, anche a New York. Ci ripenseranno anche gli omofobici di casa nostra?

Occorre alzare la guardia dice il cartello del Roma pride e diffonde un documento che parla chiaro: «In uno Stato moderno, laico, integrato in Europa, la discriminazione delle persone sulla base del’ orientamento sessuale e del’identità di genere deve essere perseguita legalmente e condannata». Gli attacchi culturali hanno il loro peso: nella misura in cui accreditano ‘esistenza di cittadini di serie B, da “curare”, non contrastano le discriminazioni. Seguono, poi, le ingiustizie che hanno effetti concreti sul lavoro, nella vita quotidiana, quando si è malati.

Esempi? Li prendiamo dal dossier del comitato Roma pride.

Travestiti pugnalati: «Mi chiamo Gennaro Rizzo. Trentenne residente a Cercola. Il 13 luglio 2004 il mio corpo, in abiti femminili, è stato trovato vicino a un ponte nei pressi di Caserta. Mi avevano pugnalato diverse volte».

Omosex pestati: «Voi gay non potete andare in giro…». Un ultimatum e poi una scarica di calci e pugni in faccia e in pancia. Così due ragazzi sono stati picchiati a Roma solo perché camminavano tenendosi per mano, nella centralissima via del Corso. Così è successo a Battipaglia.

Diritti negati: Renata e Marisa, una sposata e ‘altra libera, si uniscono, mettono su casa, poi un allevamento di polli, quindi una rosticceria. Anni di amore stroncati da un incidente stradale. Marisa si salva. Renata è in terapia intensiva, può ricevere visite limitate e solo una persona per volta. Marisa chiede di vedere la compagna: «Viviamo insieme» dice. Le visite consentite sono solo quelle dei parenti, «Mi spiace, non si può»: è la risposta del’infermiera di turno. Renata muore. Un fratello ha diritto alla metà della casa e della rosticceria che Marisa si vede costretta a ricomprare.

Nero su bianco: Paola Dal’Orto (Presidente Agedo nazionale) ha querelato gli autori del testo intitolato Lexicon, curato dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia Cardinale Alfonso Lopez Trujillo. Il «Lexicon» è un dizionario che comprende 78 voci-chiave sui temi «della famiglia e della vita». Nella voce relativa al bambino si leggono a pagina 220 anche queste frasi: «La parte liberale tace in modo assoluto di fronte al fatto che ‘abuso sessuale parta dal’educazione dei bambini nelle cosiddette famiglie composte da una coppia omosessuale. Un figlio adottato da una coppia omosessuale o una figlia adottata da una coppia di lesbiche diventa una facile vittima dei loro bisogni sessuali, diretti verso un partner dello stesso sesso».

Il pride di Milano ha portato in piazza le famiglie arcobaleno, nuclei di genitori omosex che lottano per difendere i diritti dei propri figli dai pregiudizi. Il pride di Salerno ha dato spazio ai genitori: Rita de Santis del’Agedo autrice del bel libro «Il nuoro» ha dato testimonianza del percorso di vita e amore intrapreso accogliendo ‘omosessualità del figlio. Il Pride di Roma rilancia e reclama diritti contro le discriminazioni. Obiettivo: uno Stato laico che rinunci a imporre modelli e riconosca ai cittadini la maturità di scegliere il proprio amore.

Mani tese attraversano l’Italia chiedendo il rispetto della libertà.


  •