La vicenda del vescovo Juan Carlos Maccarone, dimessosi al’improvviso ‘altro ieri dal suo incarico, sta appassionando ‘Argentina, ma non per i suoi risvolti pecorecci.
Maccarone, 64 anni, vescovo di Santiago del Estero, è stato ripreso in un video mentre compie atti sessuali con un ragazzo di 23 anni. Il video, di ottima qualità, girato dal giovane al’insaputa del prelato, porta la data del 4 agosto ed è stato inviato alle redazioni dei giornali e ai suoi superiori a Buenos Aires e in Vaticano. Ma non è questo che stupisce. Maccarone non era un vescovo qualsiasi, né la regione nella quale è accaduto il fattaccio è una qualsiasi. A colpire è lo scenario da "trappola", da vendetta politica.
Santiago del Estero è una delle provincie più povere del nord ovest argentino, governata da decenni da una sola famiglia: i Juarez. Marito e moglie, Carlos e Nina, gestiscono il potere dagli anni Settanta nonostante le numerose accuse di corruzione, omicidio e abuso di potere. Per questo i giornali hanno subito immaginato un complotto per fare fuori un vescovo apertamente schierato contro il "caudillo" e la sua famiglia. Il più deciso in questa direzione è Pagina 12, un quotidiano vicino alla sinistra peronista.
"Per girare un video come quello, distribuito in numerose copie, de’essere stata mobilitata – afferma il quotidiano – u’intera equipe tecnica, che ha potuto predisporre la "trappola" preparandola con cura". Un lavoro del genere non può essere stato affidato semplicemente al’opera del giovane, un autista di taxi col quale il vescovo aveva una relazione omosessuale da oltre due anni, e di suo fratello. "Anzi – insinua il giornale – se non fossero stati pagati da qualcuno non avrebbero diffuso il video, avrebbero piuttosto ricattato Maccarone".
Dopo la diffusione delle riprese compromettenti, sarebbe stato lo stesso vescovo a decidere di abbandonare il suo incarico, accettando le proprie responsabilità. Ma già nel 1996, il vescovo era stato accusato di avere relazioni omosessuali. Nessuno a Buenos Aires sa dove si trovi il vescovo che, dopo aver rinunciato al suo incarico, avrebbe raggiunto la capitale per incontrare il nunzio apostolico, Adriano Bernardini, che gli ha comunicato ‘accettazione delle sue dimissioni da parte di Papa Benedetto XVI. Poi se ne sono perse le tracce.
Secondo ‘addetto stampa del’arcivescovado, Sonia Quiroz, Maccarone è stato ricoverato in una clinica della capitale con ipertensione e problemi respiratori gravi. Secondo altre fonti ecclesiastiche, Maccarone si sarebbe rifugiato in un ritiro spirituale nella provincia di Buenos Aires.
Il vescovo Maccarone era tra i più popolari del Paese, apertamente schierato con ‘ala progressista della Chiesa argentina, era arrivato a Santiago del Estero nel 1999 dopo la morte, in circostanze oscure, del suo predecessore e amico personale, Gerardo Sueldo. Fin dal’inizio Maccarone si era messo contro i Juarez sollecitando ‘intervento della giustizia e del presidente – prima Duhalde e poi Kirchner – per chiarire i numerosi scandali nei quali erano coinvolti. Appelli che avevano avuto successo quando, tre anni fa, il governatore era stato estromesso con un decreto presidenziale e poi arrestato.
Nei suoi archivi erano stati trovati 40mila file di intercettazioni illegali che riguardavano dirigenti locali, funzionari, politici, giornalisti e sacerdoti. Scarcerato, grazie al’intervento di un giudice compiacente, Carlos Juarez era tornato al suo posto qualche mese fa.