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Obiettivo raggiunto. L’indagine statistica Modi-di sulla salute e la sessualità di gay e lesbiche in Italia, finanziata dall’Istituto superiore di sanità e condotta da Arcigay, ha raggiunto e anzi superato il campione di 5mila partecipanti, inizialmente prefissato.
Si tratta della più estesa ricerca mai condotta sulla popolazione omo-bisessuale del paese e sono, infatti, oltre 8mila i gay e lesbiche, di tutte le province del territorio italiano, che ne sono stati coinvolti. Fino a domenica prossima, 25 settembre, data ufficiale di chiusura dell’indagine, sarà inoltre ancora possibile prendervi parte, rispondendo anonimamente ai questionari on-line, sul sito web www.modidi.net.
Molti i temi toccati dall’indagine, articolata in due questionari, uno per gli uomini e uno per le donne, ciascuno dei quali contenente un centinaio di quesiti. Quali sono le pratiche sessuali più comuni tra le persone gay e lesbiche? Quali i luoghi e le modalità di incontro? Come sono stati influenzati da internet e dalle nuove tecnologie? Qual è l’atteggiamento delle verso l’Aids e le altre malattie a trasmissione sessuale?
Dei circa 8mila partecipanti sei su dieci hanno compilato il questionario attraverso il sito internet, 5200 sono uomini e 2800 donne. Dal punto di vista geografico la percentuale maggiore vive nel Nord-est del paese (31,6%), segue il Nord-ovest (29,2%), il Centro (21,8%), il Sud (12,5%) e le Isole (4,9%). Rispetto alla distribuzione della popolazione generale indicata dall’Istat, risultano sovra-rappresentate le macroaree del Nord-est e del Centro, in cui più spontanea e consistente è stata la risposta di gay e lesbiche all’indagine. Sottorappresentati invece Sud e Isole. In linea il Nord-ovest.
“Siamo sorpresi della massiccia partecipazione all’indagine, soprattutto attraverso internet — commenta il responsabile Salute di Arcigay e coordinatore della ricerca, Raffaele Lelleri – Pensavamo fosse già un obiettivo duro da raggiungere quello dei 5mila partecipanti, oggi invece puntiamo ai 10mila. E’ evidente in particolare come l’indagine abbia avuto maggiore penetrazione nei territori che ospitano comunità omosessuali più strutturate e organizzate. Abbiamo riscontrato la maggior partecipazione in città come Milano, Bologna e Roma, più ricche di servizi e luoghi di incontro per gay e lesbiche e in cui le persone omosessuali vivono in modo più libero e aperto”.
La ricerca, il cui titolo ufficiale è “Survey nazionale su stato di salute, comportamenti protettivi e percezione del rischio Hiv nella popolazione omo-bisessuale”, è condotta da Arcigay, tramite un team scientifico di psicologi e sociologi, con la collaborazione di Arcilesbica e l’aiuto di circa 70 associazioni, magazine, forum e comunità on-line, gruppi tematici, sportivi, religiosi, politici, ecc. L’indagine sul campo è stata avviata il maggio scorso e oltre alla raccolta on-line la compilazione dei questionari è avvenuta tramite contatti diretti presso locali, punti di incontro, manifestazioni ed iniziative della comunità omosessuale italiana.
I risultati dell’indagine saranno resi noti in occasione del prossimo 1° dicembre, giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, e illustrati, discussi e approfonditi nell’ambito di un convegno nazionale che si terrà venerdì 16 dicembre, a Firenze.