Un omosessuale sieropositivo ha perso il lavoro perchè "in sostanza, gli hanno detto: . E a un cuoco gay di "una nota catena di self service di Bologna" hanno imposto di togliere la fede "che portava come gesto politico. Gli hanno detto: . Ma ‘è anche ‘infermiere del’Ausl, anche lui gay e sieropositivo, che ha preferito cambiare reparto prima di subire discriminazioni, oppure il magazziniere transessuale che si ripresenta al lavoro diventato donna e "che è stato messo a fare lavori ben al di fuori della sua specializzazione". Sono solo alcune delle storie di ordinaria discriminazione raccolte dal’Ufficio regionale "Nuovi diritti" della Cgil del’Emilia-Romagna che coordina ‘attività degli sportelli a cui omosessuali e transessuali possono raccontare problemi e vessazioni. Storie che oggi sono venute a galla al’Attivo regionale dei delegati della Cgil al’Arena del Sole di Bologna, fin dal primo intervento, con ‘appello al sindacato a fare di più "perchè questo tipo di discriminazione è seria e molto presente nel mondo del lavoro".
‘appello è di Sandro Mattioli, facente parte del’ufficio Nuovi Diritti e vicepresidente del Circolo Arcigay Il Cassero, che esordisce schoccando la platea così: "Miserabili schifosi, mi fate schifo". ‘ la frase, anonima, "sputata" solo due giorni fa dal fax del Cassero di Bologna. ‘ la frase da cui Mattioli prende spunto per parlare delle vessazioni a cui sono esposti i gay: "Questo fax? ‘ uno dei tanti che ci arrivano, ormai non li contiamo più", dice. Preoccupano di più i casi sui posti di lavoro raccolti dagli sportelli di Bologna e Ferrara (altri dovrebbero aprire a Rimini e Piacenza).
Sul lavoro i gay "subiscono una delle discriminazioni più subdole- racconta Mattioli – perchè basata sul pregiudizio. Un tipo di discriminazione sulla quale anche la Cgil si è spesso trovata inerme, nonostante ‘esperienza che ha fatto (è del 2001 un protocollo con le associazioni gay e lasbiche, seguito da misure attuative nel 2003) e nonostante la sua buona volontà". La discriminazione che poi subiscono i transessuali "è ancora più pesante".
I numeri delle persone che chiedono aiuto non vanno sottovalutati, ammonisce Mattioli: "’ già abbastanza il numero dei contatti e dei casi raccolti dagli sportelli" per dire al’ufficio Nuovi Diritti che la Cgil deve rilanciare i suoi sforzi su questi terreno.