Romano Prodi
“Prodi decide di chiudere gli occhi sul tema dei diritti civili e della laicità dello Stato e di ignorare le legittime istanze di uguaglianza che salgono dalla comunità gay, lesbica e transessuale del Paese”. É questo l’amaro commento del Presidente nazionale di Arcigay Sergio Lo Giudice alla lettura del programma di Romano Prodi per le primarie.
Il testo pubblicato oggi con il titolo “Per un Paese sicuro, unito e di nuovo in crescita”, tralascia totalmente la questione dei diritti civili e, fra questi, quelli delle persone omosessuali, uno dei temi che maggiormente anima in questi mesi il dibattito politico in Europa e negli Stati Uniti d’America.
Nello stesso giorno in cui il Parlamento della California legifera sui matrimoni dello stesso sesso e mentre il Belgio e l’Irlanda discutono l’apertura delle adozioni a lesbiche e gay, Prodi decide di non dedicare ai diritti delle persone omosessuali e alla laicità della Repubblica neanche una delle 5.500 parole che compongono il suo programma per le primarie.
“Questa assenza dal programma di Prodi pesa come un macigno agli occhi dell’opinione pubblica sensibile ai diritti degli individui e alla laicità dello Stato — spiega Lo Giudice – Non è sul matrimonio, né sulle adozioni che il movimento italiano Glbt (gay, lesbico, bi e transessuale) ha chiesto a Prodi — come agli altri candidati alle primarie — di pronunciarsi, ma sulla proposta gradualista di una legge sul Patto Civile di Solidarietà (Pacs) che riconosca alcuni diritti alle coppie anche dello stesso sesso e su cui si va creando una convergenza unitaria nel centrosinistra”.
Lo stesso Prodi nelle scorse settimane aveva speso parole di apertura su questo tema, ammettendo un orientamento della coalizione dell’Unione verso una legge sui Pacs come strumento per il riconoscimento dei diritti civili dei gay.
“La gran parte degli altri candidati alle primarie — da Bertinotti a Pecoraro Scanio, da Di Pietro a Scalfarotto — si sono espressi in modo chiaro e netto sul tema del Pacs — prosegue il presidente di Arcigay – Ma Prodi sa bene che anche i suoi potenziali elettori alle primarie, a partire da quelli dei partiti laici e di sinistra, si aspettano da lui un’attenzione al tema dei diritti civili. Questi elettori hanno diritto di sapere prima del 16 ottobre se esiste o no un suo impegno per i diritti di gay e lesbiche e per uno Stato laico e se la parola libertà va definitivamente abbandonata nelle mani di un centrodestra illiberale come quello italiano.”
“Oggi ci piace sottolineare — conclude Lo Giudice — la posizione avanzata e coraggiosa espressa dalla Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, che ha chiesto all’Unione un impegno sui diritti civili e sulle coppie di fatto, dimostrando di essere una dirigente politica autenticamente riformista e con lo sguardo rivolto all’Europa”.