Ratzinger vara la chiesa dell’apartheid sessuale

  

“Un criterio di accesso ai seminari basato sull’identità dei seminaristi e non sul loro comportamento ha un solo nome: razzismo. Il Vaticano fa un passo indietro rispetto alla consueta distinzione fra atti omosessuali e tendenze omosessuali contenuta nel Catechismo e vara un regime di apartheid sessuale. Ai giovani gay cattolici, già costretti alla castità, si nega anche la strada del sacerdozio: la sessuofobia vaticana, finora rivolta ai comportamenti sessuali, diventa pura omofobia e umilia migliaia di cattolici sulla base della loro identità naturale”.

Questo il commento di Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, alla pubblicazione ufficiale della “Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri”, avvenuta oggi per opera della Congregazione per l’educazione cattolica.

"Il documento — sottolinea Lo Giudice – ricorda come possa ricevere l’ordinazione solo ‘il battezzato di sesso maschile’ che raggiunga ‘maturità affettiva’ e ‘senso della paternità spirituale’. Si richiama qui l’altra grande ‘giusta discriminazione’ che lega la struttura ecclesiale vaticana al Medioevo, l’esclusione dal sacerdozio delle donne: ad esse i gay vengono in qualche modo assimilati con un accostamento che onora ma che denota la confusione d’analisi del clero conservatore."

"Ma il documento va ben oltre nei parallelismi, ribadendo che ‘non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dal’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate’. È evidente come il Vaticano tenti di reagire alle ampie e motivate accuse di copertura del fenomeno della pedofilia fra il clero attraverso un ripugnante accostamento fra omosessualità e pedofilia."

"L’altro grande segnale lanciato dalla Congregazione per l’educazione cattolica è rivolta al crescente fenomeno di esperienze pastorali di accoglienza nei confronti di gay e lesbiche. Dallo statunitense Ted Nugent al nostro don Franco Barbero sono ormai una schiera i sacerdoti espulsi dalla Chiesa cattolica per avere proposto un atteggiamento di comprensione e accoglienza nei confronti delle persone omosessuali. Anche a loro, al di là del loro orientamento sessuale, è rivolto il monito contro ‘la cosiddetta cultura gay’".

"Ai giovani omosessuali cacciati con crudeltà dalla loro Chiesa, divenuta segregazionista, apriamo le porte della nostra organizzazione — è l’appello del presidente di Arcigay – "Da noi potranno contribuire a portare avanti, in un ambiente inclusivo e familiare, le nostre attività di accoglienza e di supporto socio-psicologico verso quelle tante donne e uomini che, anche a causa della propaganda negativa del Vaticano, vivono nell’isolamento e nel disagio, sottoposti a pregiudizi e discriminazioni. Da noi potranno trovare una comunità serena che li supporti nella loro vocazione alla solidarietà e all’amore per il prossimo”.


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