Le temps qui reste
Ancora una volta una decisione della censura fa discutere. Questa volta a farne le spese è ‘intenso film di François Ozon,’Il tempo che restà, con Jeanne Moreau e Valeria Bruni Tedeschi, in uscita domani nelle sale italiane.
Dopo essere stato presentato a Cannes nella sezione’Un certain regar’, il film in Francia è uscito senza alcun divieto ma in Italia sarà vietato ai minori di 18 anni. La scena che ha fatto scattare il massimo del divieto sarebbe un rapporto tra due uomini.
Mi aspettavo un divieto ai minori di 14, racconta Vieri Razzini di Teodora Film, che distribuisce il film. La scena incriminata è in penombra e si intuisce appena. Non si vede assolutamente nulla che possa turbare il pubblico.
La censura si accanisce molto spesso sui film ‘autore – sostiene Razzini – e lascia invece passare film commerciali che in altri paesi hanno avuto divieti severi. Un esempio è stato Passion di Mel Gibson, che solo in Italia è uscito per tutti. Ai film d autore viene negata una parte consistente di ricavi a causa dalle commissioni di censura, severe con i deboli e deboli con i forti. Un esempio di come censura tradizionale e censura di mercato vadano a braccetto, penalizzando al varietà dell offerta culturale in Italia. Un quadro preoccupante che speriamo il nuovo governo cerchi di cambiare. Concludo aggiungendo che è triste notare l omofobia delle commissioni. Basta solo parlare di omosessualità e subito parte il divieto mentre violenze efferate – conclude Razzini – e ogni genere di volgarità non turbano la tranquillità dei nostri miopi censori".