ROMA – Dare del frocio "è u’ingiuria". Dunque "è reato". La Cassazione ravvisa nel termine "un chiaro intento di derisione e di scherno, espresso in forma graffiante" e decide di annullare ‘assoluzione di un quarantenne abruzzese denunciato nel 2005 per aver rivolto a un conoscente ‘epiteto incriminato.
La lezione è per tutti, non soltanto per quel giudice di pace che non ha ritenuto offesa la dignità altrui. Quel termine, afferma la Suprema Corte, definisce come un insulto ‘omosessualità. Va cassato. ‘etimologia più diffusa fa risalire la parola frocio ai costumi dei lanzichenecchi papali, che sovente violenti e ubriachi avrebberero avuto le "narici frogie rosse". Da qui, ricorda Franco Grillini, deputato del’Ulivo e presidente onorario di Arcigay, i termini "frogioni/frocioni che assunsero un altro significato".
Dire frocio non è fare una carezza, la quinta sezione penale presieduta da Bruno Foscarini condanna il giudice di pace che ha "assolto" ‘insulto perché "ha edulcorato e svalutato la portata lesiva della frase pronunciata". ‘assoluzione, sancisce la sentenza 24513, è stata "una decisione contraria alla logica e alla sensibilità sociale che ravvisa nel termine un chiaro intento di scherno". La Corte ha rinviato gli atti del processo di nuovo a Teramo, per un riesame della vicenda che dovrà tenere conto del suo orientamento.
"Spero – dice Dorina Bianchi, parlamentare della Margherita – che questo sia solo il primo di una serie di provvedimenti volti a condannare tutti quegli epiteti, ingiuriosi e razzisti, che offendono la vita privata degli individui". è la prima sentenza che tocca ‘omosessualità ma la Cassazione ha un ricco campionario di pronunce su insulti e ingiurie. Non si può dare del don Abbondio ai pavidi, e dire "scemo" fa rischiare oltre alla condanna pure il risarcimento dei danni morali. Vittorio Sgarbi venne condannato a versare 60 milioni a u’insegnante alla quale disse "stronza", dopo che lei lo paragonò a "un grandissimo asino". "è evidente – commenta il presidente onorario del’Arcigay – che la sentenza ha un ruolo importante perché assume un compito didattico. Invita al rispetto delle persone". La storia di Teramo si concluderà con una multa. Grillini suggerisce: "Se non ci sono fatti di violenza fisica vera e propria, inviterei chiunque a rispondere con ‘ironia. A volte, più efficace delle denunce".