Con l’intervista rilasciata sul Corriere della Sera del 16 luglio 2006, il patriarca cattolico di Venezia, cardinale Scola, ripropone l’equazione meno Stato più chiesa cattolica, anche nel sistema formativo italiano.
Per fortuna che c’è la Costituzione e, che questa minoranza aggressiva contraria al pluralismo e alle libertà individuali, non potrà agevolmente portare avanti i suoi propositi di annettersi la formazione delle nuove generazioni.
Non paga di gestire direttamente tutti gli insegnanti di religione, di ottenere lauti finanziamenti per la scuola privata, (in barba alle stesse disposizioni costituzionali), la gerarchia si sente pronta a gestire direttamente, per conto dello Stato, la scuola pubblica italiana.
A parte l’enorme business di cui sarebbe la capofila indiscussa, la chiesa italiana, punta alla formazione delle coscienze, terreno strategico individuato per fermare la secolarizzazione e, per indirizzare una finta laicità delle istituzioni, tutta tesa a riconoscere i dettami del cattolicesimo come preminenti rispetto al pluralismo e alla multiculturalità.
D’altronde Scola è chiaro: bisogna avere stima della verità (cattolica), la politica deve essere meno partigiana (ovvero essere neutralizzato il confronto democratico) e devono primeggiare la bellezza, la bontà e il pudore.
Dietro queste parole miti, si nasconde la volontà di bloccare ogni tipo di riforma civile, di riconoscimento dei diritti civili (non è un caso il richiamo negativo rispetto a Zapatero), per costruire una società governata dai buoni pastori cattolici. Solamente l’amnesia storica da cui sono affetti il ceto politico ed intellettuale italiani, può permettere impunemente alle gerarchie cattoliche di proporsi come guida morale del Paese; solamente il provincialismo e l’auto censura della gran parte dei media italiani, impedisce di far conoscere alla società quanto siano inadeguate le strutture clericali cattoliche ad occuparsi d’educazione dei minori, colpevoli in molte parti del mondo di crimini come la pedofilia, di cui si è tentato in tutti i modi di nascondere l’enorme e gravissima portata.