VENEZIA — L’anno scorso le “Giornate di cinema omosessuale” che si sono tenute al Lido di Venezia non avevano sollevato alcuna polemica, cosa che è invece successa quest’anno con l’alzata di scudi da parte del parroco di Sant’Ignazio don Cesare Zanusso e dei suoi parrocchiani.
“Mi stupisce questa reazione soprattutto perché è il secondo anno che si tiene questa rassegna cinematografica — sottolinea Daniel Casagrande, presidente dell’associazione CinemArte — si vede che l’anno scorso non se ne era accorto nessuno”. Casagrande partecipa attivamente all’organizzazione di eventi cinematografici con tematiche omosessuali come la tre giorni della rassegna che si terrà dal 5 al 7 settembre, in concomitanza con la Mostra del Cinema, al multisala Astra di via Corfù. “Prendersela con questa rassegna — continua il presidente dell’associazione — è come prendersela con il Comune di Venezia che ha fatto molto per la realizzazione di questa e di altre manifestazioni simili”.
Al cinema omosessuale, ad esempio è stato riservato un concorso di cortometraggi all’interno del Circuito Off dell’Isola di San Servolo (1/7 settembre) e anche una sezione apposita al prossimo Mestre Film Festival (15 ottobre). “Che il parroco parlasse di disordine per quanto riguarda l’omosessualità mi ha stupito — racconta Casagrande – manifestazioni simili nascono proprio da una volontà di integrazione”.
L’organizzazione ha scelto la data del 5, 6 e 7 settembre anche perché in quest’ultimo giorno attraccherà a Venezia la “Brillance of the sea”, la crociera gay della Royal Carribean che da Atene arriverà a Barcellona, passando per la città lagunare. “Chi vorrà dei 2500 crocieristi — conclude Casagrande — potrà fare un piccolo tour alla mostra del cinema e partecipare alle giornate di cinema omosessuale”.
Colpisce subito nel segno Franca Bimbi, delegata del sindaco di Venezia alla cittadinanza attiva e diritti alla differenza. “Invitiamo il parroco e i parrocchiani di Sant’Ignazio — dice la sociologa, ex assessore — a portare il loro contributo al dibattito proprio di quella rassegna cinematografica. Il vero scandalo — continua — è quando il cinema è violento e brutto, una rassegna come questa può solo combattere la discriminazione contro gli omosessuali”.