Credevamo, da cittadini italiani, di far parte di uno stato libero e soprattutto laico e aconfessionale.
Credevamo infatti di essere in Italia, Paese occidentale e democratico di cui andiamo fieri, non in Iran.
Credevamo di essere nel 2006 e non nel 1929.
Ci siamo sbagliati.
Con immenso stupore, infatti, veniamo a sapere dal signor Fabio Ambrosini, presidente del circolo “Azione Giovani” di Recanati, che la scuola italiana non deve mostrare “modelli sociali divergenti dalla morale cattolica e sociale” che avrebbe anzi “l’obbligo di insegnare”: dunque la scuola italiana sarebbe addirittura investita del dovere di educare al cattolicesimo e non a formare cittadini liberi di scegliere con cognizione di causa a quale corrente culturale, politica, religiosa o atea aderire.
Con meno stupore, invece, notiamo la totale non conoscenza del fenomeno di cui si parla quando lo stesso Ambrosini confonde una condizione di essere (il transessualismo) con “stili di vita” o “scelte morali” che invece riguardano l’esercizio del libero arbitrio di una persona.
Cosa c’entri il dibattito sulla composizione della famiglia con la condizione transessuale, poi, è un autentico mistero.
Inaccettabile risulta il considerare “questione morale” una situazione che investe l’essenza di una persona. Par di sentir riecheggiare le vecchie argomentazioni del dibattito sullo stupro inteso come “attentato alla morale” invece che alla persona che ne è vittima!
Preoccupante perché certa, invece, è la propensione censoria e inquisitoria che Ambrosini auspica: il fatto che i ragazzi chiedano di poter parlare senza timori con i diretti interessati di determinate questioni, anche “spinose” e controverse, dimostra da parte loro la lodevole volontà di informarsi e di essere cittadini consapevoli. Del resto, un’altra caratteristica di uno Stato libero e democratico è quella di tutelare le minoranze dalle tentazioni assolutistiche della maggioranza (qualcuno ricorda i moniti di un certo Jean-Jacques Rousseau?), e di dar loro spazio di espressione. E’ fortemente indicativo che ci sia qualcuno che pensi seriamente che di tutta quella parte di realtà che non è gradita alla morale cattolica e a certo moralismo di paese non si debba mai parlare se non attraverso “opportuni” filtri. Quali recondite paure abitano questi adulti così certi delle loro certezze da impedire l’esprimersi di una testimonianza di vita?
Accettabilissima la scelta di dibattere diversi punti di vista, ma ci chiediamo e chiediamo ad Ambrosini: chi è la controparte di un transessuale? Un/una eterosessuale? Un gay? Una lesbica? Tutti quanti?
Pietro Dini
Presidente Arcigay Agorà
Luca Perilli
Vicepresidente Arcigay Agorà
Da Corriere Adriatico" del 24.10.06
Azione Giovani al contrattacco“La scuoladeve servireper educaregli alunni”
Transessualità, cresce la polemica. Dubbi anche sul film scelto per sostituire l’incontro
“Giusto annullare il dibattito”
Ambrosini: “Assurdo affrontare simili tematiche in un liceo”
RECANATI – “E’ parecchio tempo che ho finito la scuola, ma la ricordo estremamente diversa nei contenuti e negli scopi educativi che essa dovrebbe esprimere”. Si apre così l’intervento di Fabio Ambrosini, presidente di Azione Giovani di Recanati che dice di “aver appreso con notevole stupore dell’argomento su cui l’assemblea del Liceo avrebbe dovuto trattare domani, quello della transessualità, avendo come ospite un transessuale facente parte della nota associazione ArciGay, senza nemmeno convocare, come sarebbe stato opportuno fare, un ospite che la pensasse in maniera diametralmente opposta.
“Giustamente qualcuno ha protestato e si è ritenuto opportuno annullare tale dibattito ed al suo posto è stata inserita la visione del film ’Viva Zapatero’, pellicola, tra l’altro, fortemente schierata politicamente. Potrò pur passare per un tradizionalista, ma essendo dirigente di un movimento giovanile che vede molti ragazzi iscritti, ritengo opportuno precisare che la scuola, almeno come la intendiamo noi di Azione Giovani, deve assolutamente essere un luogo educativo sia culturalmente che moralmente e non un veicolo di propaganda politica, ne tanto meno luogo dove si mostrino modelli sociali che sono divergenti dalla morale cattolica e sociale che la scuola ha l’obbligo di insegnare”. E’ pur vero, fa notare ancora Ambrosini, che la società si è evoluta negli ultimi tempi, ma comunque ha mostrato dei cambiamenti che devono essere analizzati. Lui, però, ritiene non plausibile che sia un luogo come la scuola pubblica a interessarsi di certi argomenti, soprattutto per ragazzi di una determinata età come quella del Liceo. La scuola pubblica, a suo dire, deve essere prima di tutto apolitica e non deve in nessun modo condizionare i nostri ragazzi, ne tanto meno formarli politicamente e quindi contesto, senza mezzi termini, la scelta della proiezione di un film come quello della Guzzanti ed in secondo luogo, cosa molto più importante, deve indicare chiaramente ai ragazzi modelli di vita edificanti, esempi sociali e morali.
Deve discutere dell’importanza della famiglia, di valori laici e cristiani, di tradizioni, senza mettere mai in dubbio tali importanti doti, mostrando degli stereotipi, svianti ciò che la società dovrebbe essere, e se proprio non si potesse fare a meno di trattare certi argomenti, almeno si dovrebbero sentire pareri diversi, che possano comunque indurre alla riflessione con distinti punti di vista, per formare realmente la coscienza libera dello studente. Quindi l’appello di Fabio Ambrosini ai dirigenti scolastici perché vigilino e mettano dei veti, come hanno fatto questa volta, sui contenuti di ciò che i ragazzi propongono, perché non ritiene giusto che ad uno studente siano infuse problematiche tali da poter turbare la sua maturazione sociale.