Nicaragua
Il Nicaragua è l’unico paese democratico dell’America Latina la cui legislazione punisce le relazioni omosessuali tra adulti consenzienti. L’articolo 204, primo comma, del Codice penale stabilisce che «Commette reato di sodomia chiunque induca, promuova, propagandi o pratichi in modo vergognoso atti sessuali con persone dello stesso sesso. Verrà punito con la reclusione da 1 a 3 anni di prigione». (Artículo 204 de Código Penal “Comete delito de sodomía el que induzca, promueva, propagandice o practique en forma escandalosa el concúbito entre personas del mismo sexo. Sufrirá de 1 a 3 años de prisión”).
Quest’articolo, introdotto da una riforma del 1992, nel 1994 fu ritenuto costituzionale dalla Corte costituzionale del paese, alla quale avevano fatto ricorso vari gruppi.
Amnesty International riferisce sul proprio sito (http://www.amnistiainternacional.org), che per quanto a sua conoscenza nessuno sarebbe stato processato in applicazione dell’art. 204 del codice penale nicaraguese, ma che esiste la concreta possibilità che di questo crimine siano accusati non solo gay, lesbiche e bisessuali che pratichino il sesso, ma anche chiunque svolga attività di supporto in favore dei diritti delle persone LGBT o fornisca informazioni e servizi relativi alla salute sessuale; ciò a causa dell’ambigua formulazione della norma.
L’art. 204 del codice penale viola molti trattati internazionali sottoscritti dal Nicaragua, in particolare il Trattato Internazionale dei Diritti civili e Politici (firmato dai paesi membri dell’ONU nel 1966 e in vigore dal 1976), che il Nicaragua ha sottoscritto nel 1980 senza riserve. Il Trattato protegge il diritto alla libertà di espressione (art. 19), alla libertà di non essere oggetto di ingerenza arbitraria o illegale nella vita privata (art. 17) e la libertà di coscienza (art. 18). Lo stesso Trattato afferma l’uguaglianza di tutte le persone di fronte alla legge e il diritto a non essere oggetto di discriminazioni (artt. 2 e 26). Nel caso Toonen v. Australia, del 1994, il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU, che ha il compito di vigilare sulle violazioni al Trattato da parte degli stati sottoscrittori, affermò che, in applicazione dei su citati articoli, l’orientamento sessuale va inteso come una condizione che dev’essere protetta dalla discriminazione. Pertanto gli stati non possono limitare il godimento dei diritti umani in funzione dell’orientamento sessuale e da allora il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU ha invitato gli Stati non solo ad abrogare le leggi che criminalizzano l’omosessualità, ma anche ad introdurre il divieto di discriminazione basata sull’orientamento sessuale nelle proprie costituzioni o altre leggi fondamentali.
Ora, in vista delle elezioni presidenziali che si sono tenute il 5 novembre 2006, la Conferenza Episcopale Nicaraguese in una lettera inviata ai deputati dell’Assemblea Nazionale il 25 marzo scorso, ha chiesto che nel nuovo Codice Penale che si sta scrivendo: « si mantenga l’articolo 204 vigente che si riferisce alla sodomia. […] Abbiamo constatato una campagna internazionale diretta a dare legittimazione alle relazioni omosessuali, incluso la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Per questa ragione, è indispensabile che Voi proteggiate la famiglia composta da padre, madre e figli, nucleo fondamentale della società nicaraguese ».
Una coalizioni di partiti rappresentati all’Assemblea Nazionale (Fronte Snadinista di Liberazione Nazionale – FSLN, Partito Liberale Costituzionalista — PLC- e Alleanza Liberale Nicaraguese -ALN), intenzionata ad assicurarsi il voto che viene influenzato dalla chiesa cattolica, ha preso sul serio la lettera della Conferenza episcopale, tanto che a pochi giorni dalle elezioni ha soddisfatto in anticipo una delle tante richiesta che venivano avanzate in quella lettera dai vescovi, abrogando l’articolo 165 del Codice Penale vigente, che per più di cento anni ha permesso l’aborto terapeutico.
A partire da ora l’aborto terapeutico sarà un reato.
Quanto richiesto dalla conferenza episcopale del Nicaragua al parlamento del paese è gravissimo. La Chiesa continua a praticare una politica di più pesi e più misure e dove può cerca in vari modi di trasformare la propria condanna morale degli atti omosessuali in una esplicita condanna penale. Non ha nessuna considerazione e nessun rispetto della dignità delle persone con diverso orientamento sessuale o identità di genre. Ingorando, dappertutto, l’evangelica separazione del potere statale da quello della chiesa.
Considerata l’influenza che la chiesa ha in Nicaragua, le associazioni LGBT del Nicaragua hanno chiesto alla comunita internazionale di intraprendere azioni di protesta e invii di lettere alle istituzioni nicaraguesi e alle ambasciate, a partire dal primo novembre. La stessa richiesta arriva da Amnesty International.
Chiunque voglia compiere questo gesto di protesta e chiedere l’abolizione dell’art. 204 del codice penale del nicaragua può scrivere alle seguenti autorità nicaraguesi
Ing. Enrique Bolaños Geyer
Presidente de la República
Casa Presidencial
Managua, Nicaragua
Correo-e: [email protected]
Tratamiento: Estimado Sr. Presidente
Ing. Norman Caldera Cardenal
Ministro de Relaciones Exteriores
Del Antiguo Cine González 1 c. al Sur sobre Avenida Bolívar
Managua, Nicaragua
Fax: (505) 228-5102, 228-5103, 222-4025
Tratamiento: Estimado Sr. Caldera
Eduardo Gómez
Presidente Asamblea Nacional
Asamblea Nacional de la República de Nicaragua
Avenida Bolívar, Apto. Postal 4659
Managua, Nicaragua 2006.
Correo-e: [email protected]
Tratamiento: Estimado Sr. Gómez
Una copia della lettera va inviata alla rappresentanza diplomatica del Nicaragua in Italia
Ambasciata e Consolato del Nicaragua a Roma
Via Brescia, 16 — 00198 ROMA
Tel.: 06.8413471 / 06.8414693
Fax: 06.85304079
Al'att. di
S.E. PIERO DARIO COEN MONTEALEGRE, Ambasciatore
Signora AMELIA SILVA CABRERA, Ministro Consigliere
Signora MARTHA IRENE ZUNIGA GUTIERREZ, Primo Segretario (Capo della Sezione Consolare).