Franco Grillini
Entriamo nella sua vecchia casa in una delle strade del centro. Franco Grillini ci fa accomodare in cucina. «Scusate se non andiamo nella sala- dice il deputato mentre ci fa strada – ma lì, in questo momento, 'è una riunione di un piccolo gruppo delle forze armate gay». Si tratta di militari gay di Esercito, Guardia di Finanza, Aeronautica e Carabinieri. «Non sapevano dove andare. Non è facile trovare un posto dove riunirsi senza farsi scoprire. Temono di essere discriminati o addirittura licenziati da loro corpo militare. Così ho offerto loro di venire a casa mia». Nonostante ormai passi la maggior parte del tempo a Roma, Grillini rimane un punto di riferimento fondamentale a Bologna per il movimento gay.
Militante omosessuale dagli anni'80, quando, prima, inaugura il Cassero e, poi, fonda 'Arcigay. Si sente fortunato ad essere nato e vissuto a Bologna?
«Direi proprio di sì. Bologna è stata la prima città in Italia a riconoscere u'associazione omosessuale, grazie a un partito comunista aperto che al'epoca iniziava confrontarsi con nuove culture. Da quel momento il movimento gay passò da posizioni ideologiche di estrema sinistra, da cui io provengo, a un atteggiamento più moderato teso al dialogo con le istituzioni».
In che cosa è cambiata la sua città?
«Ha perso la caratteristica di città che vive di notte. E su questo sono stato apertamente critico con Cofferati. I cambiamenti si fanno non col proibizionismo ma col consenso, come ha fatto Veltroni a Roma, che è molto amato dai suoi concittadini. Roma sta strappando a Bologna il mito di città a misura 'uomo. Comunque gli indicatori di qualità della vita restano alti e ancora molti studenti vi si trasferiscono. E poi per uno studente gay Bologna rappresenta ancora u'attrattiva notevole».
Ma Cofferati è ancora in sintonia con la Bologna laica e omosessuale?
«Cofferati è diventato sindaco con un alleanza di sinistra radicale. Poi, con le iniziative 'ordine, la sua base di consenso è cambiata. Prima le vecchiette erano scettiche e titubanti per le sue origini non bolognesi, oggi lo voterebbero. Infatti i sondaggi dicono che Cofferati è addirittura a un livello consenso maggiore di quando è stato eletto.Ha conquistato un elettorato diverso. Con i gay non c’è rottura, soprattutto dopo che su Gender Bender ha criticato la presa di posizione dell’ arcivescovato. ' stata la critica più radicale che un sindaco abbia fatto contro la chiesa locale negli ultimi venti anni».
Nei giorni scorsi, però, ha partecipato al Cassero alla serata di disobbedienza contro il divieto del Comune alla vendita degli alcolici dopo le 3.00.
«Il circolo si autofinanzia per le sue attività soprattutto con la vendita di consumazioni. 'ovvio che se si è costretti a interrompere dopo le 3.00 il danno economico è notevole. Vuol dire che i 100.000 euro al'anno per la manutenzione della struttura, che finora ci siamo accollati, ora li pagherà il Comune visto che è di sua proprietà».
Lei abita non lontano da piazza Verdi. Si sente solidale con gli abitanti del quartiere S.Vitale sul degrado?
«Questa era una zona popolare quando ci venni ad abitare, adesso ci vivono docenti universitari e medici del S. Orsola: nonostante il degrado queste case hanno costi pazzeschi. Non 'è dubbio che la maleducazione di molti ragazzi è un problema reale. Sono un antiproibizionista convinto, però questo non significa che ammetta che si pisci sui muri, si spacci droga o si molestino le persone. Il Comune dovrebbe individuare una zona per il divertimento dove non si arrechi fastidio ad altri: se uno vuole dormire, sarà anche un suo diritto. Però dalla zona di piazza Verdi si dovrebbe favorire il deflusso abitativo, perchè, essendo universitaria, ci sarà sempre una concentrazione di studenti giorno e notte».
Ma non si rischia che l’abbandono del centro da parte dei bolognesi ne favorisca il degrado?
«Il problema è che la terziarizzazione, idonea alla zona universitaria, ha invece sconvolto intere aree del centro. Molte banche in questi anni hanno acquistato immobili di pregio per motivi di rappresentanza. ' questa terziarizzazione che sta svuotando la città, non gli studenti. Ed è vero che con questo svuotamento il centro scivola nel degrado».
Dopo che grandi città come Parigi e Berlino hanno eletto un sindaco dichiaratamente gay, la sinistra radicale potrebbe pensare a schierare un candidato gay da opporre a Cofferati?
«Se è una persona valida, perchè no?»
Si candiderebbe a sindaco?
«Sarei anche un ottimo sindaco, ma non lo prevedo nel mio futuro. Un sindaco lavora 18 ore al giorno e io vorrei passare la mia vecchiaia in maniera più tranquilla, andando in giro per il mondo a fare conferenze sul movimento gay»
Lei ha improntato molto della sua attività politica sui diritti degli omosessuali. Il 1 Luglio 2004 riesce ad iscrivere al'ordine del giorno la proposta di legge sui pacs. Uno strumento di garanzia per le coppie di fatto nei casi di malattia, carcere, morte ecc. Non esiste già il matrimonio per queste garanzie?
«Per gli omosessuali, no»
Però ai fini dell’uguaglianza dei diritti, i gay non dovrebbero rivendicare il matrimonio?
«Certo, ma chiediamo un pluralismo degli istituti giuridici anche in campo familiare.In economia puoi scegliere, tra diversi tipi di società, quello che più si addice al tipo di attività, investimento che vuoi fare. Non vedo perché per la famiglia ce ne debba essere uno solo. Il matrimonio è un istituto giuridico rigido che regola tutti gli aspetti della vita in comune. Nei pacs, invece, è tutto deciso da chi contrae il contratto, le clausole si possono cambiare anche in corso d’opera ed è un istituto flessibile, che si scioglie subito anche per decisione di un solo partner. Per le coppie gay il pacs è già un primo passo».
Con l’approvazione dei pacs considererà compiuta la sua missione politica?
«I pacs non risolvono la questione dei diritti omosessuali. La riunione di militari e poliziotti gay nel'altra stanza la dice lunga su tabù, razzismi e discriminazioni che ancora bisogna abbattere e che richiederà un tempo superiore a quello che a me resta da vivere».
Dal 28 dicembre lei cura una rubrica, su Anna, dedicata all’amore omosessuale, perché lei sostiene: «La vita amorosa non si esaurisce nella famigliola modello Mulino Bianco». Lei da che tipo di famiglia proviene?
«La mia era una famiglia contadina allargata, patriarcale, dove comandava mio nonno. 'aspetto positivo è che i vecchi erano rispettati, ma dal'altra parte le donne non contavano nulla. Fortunatamente il femminismo ha spazzato via questo modello».
Qual è il modello di famiglia ideale, secondo lei?
«La famiglia che auspico nel futuro è sempre una famiglia allargata, ma di tipo democratico. Un esempio è la famiglia del film "Le fate ignoranti", formata da amici che fanno una vita comunitaria. Questa famiglia allargata sarà la salvezza per la vita di relazione nella società perché la famiglia tradizionale sta morendo, assottigliandosi in nuclei sempre più piccoli: un matrimonio su due finisce entro un paio di anni e raramente si fa più di un figlio. I rapporti di parentela scompaiono. Io prevedo che ci sarà una nuova parentalità affettiva, non più basata sul sangue ma sui rapporti di amicizia».
Un giorno vedremo una famiglia gay nel Mulino Bianco?
«Nel catalogo di Ikea ci sono due uomini in cucina. Non fanno nulla di compromettente, però…
Comunque dubito che un giorno Barilla possa usare una famiglia gay come modello»
Uno dei maggiori avversari in questa lotta è un suo concittadino, il Cardinale Caffarra.
Lei ha affermato: «'arcivescovo di Bologna è ossessionato dal'omosessualità». Qual è il perché di questa ossessione?
«Negli ultimi decenni la Chiesa ha fatto coincidere la fede con la morale, in particolare con la morale sessuale generando u'ossessione per la vita di relazione. Quella a cui appartiene 'ultra reazionario Caffarra è una Chiesa occhiuta che tende a infilarsi nelle camere da letto degli italiani. Il problema è che c’è una gran parte della classe politica che ne è succube».
'credente?
«Assolutamente no! Sono agnostico».
Non ateo?
«No, perché 'ateismo è una sorta di religione al'incontrario. Siccome sono a-religioso, 'agnosticismo è la scelta migliore».
Ci sono, secondo lei, omosessuali nella chiesa?
«Il mestiere del prete è perfetto per un omosessuale perché si vive solo tra maschi. Quindi sono in tanti, superiori alla media. Lì 'è la stessa dinamica che si riscontra in realtà monosessuali. Il lesbismo tra le suore è notorio. La ragione della violenza omofobica della Chiesa è innanzitutto allontanare da sé il sospetto».
Non le sembra esagerato? In fondo esiste il voto di castità
«La castità è una presa in giro visto che gli scandali sessuali tra i preti cattolici sono al'ordine del giorno».
Nei Ds ha aderito alla nuova corrente di Gavino Angius, contraria al progetto di un partito democratico troppo spostato al centro. Non si può proprio convivere con i cattolici?
«Si può convivere da alleati elettorali, ma nello stesso partito la vedo dura».
Per 'Udc le coppie gay non potranno mai avere gli stessi diritti delle coppie etero…
«La mozione anti-omosessuale del'Udc serviva solo a dividere la maggioranza».
Per protesta ha indossato il triangolo rosa, simbolo che i nazisti mettevano spregiativamente sulla giacca agli omosessuali internati nei lager.
Beh,a pochi giorni dalla Giornata della Memoria è un pretesto servito su un piatto d’argento.
Ma era un messaggio per i suoi avversari o per i suoi alleati?
Diciamo che si parla a nuora perché suocera intenda.
IL PERSONAGGIO
Stakanovista dei Pacs
Dal Cassero a Montecitorio. Franco Grillini da sempre basa il suo impegno politico sui diritti degli omosessuali. Dal 2004 si batte per 'approvazione dei Pacs e per farcela si è rimesso a studiare e lavora più dei suoi colleghi
Con 21.730 presenze in aula in poco più di cinque anni è tra i parlamentari più assidui alla Camera dei deputati. Ligio al dovere e appassionato perché il lavoro da fare è tanto per raggiungere un obiettivo in tempi moderni ancora troppo ambizioso: 'uguaglianza di diritti tra gay ed etero.
Franco Grillini nasce a Pianoro il 14 marzo del 1955.
Impegnato politicamente dall’età di 15 anni, è protagonista del movimento studentesco bolognese negli anni ’70.Nel 1979 si laurea a Bologna in Pedagogia e diventa successivamente psicologo, psicoterapeuta e giornalista.
Con il partito comunista nel ’90 è eletto in Consiglio Provinciale a Bologna dove viene rieletto nel ’95 e nel ’99. Ma il suo obiettivo è la politica nazionale e dopo essersi candidato diverse volte durante gli anni ’90, conquista un seggio alla Camera dei deputati nel 2001.
La sua carriera politica procede in simbiosi con la militanza omosessuale, 'una imprescindile dal'altra. Nel 1982 inaugura il Cassero, circolo culturale gay, e nel 1985 fonda l’Arcigay.
Tra i punti qualificanti del programma proposto da Franco Grillini, e approvato dal'associazione, ci sono la costruzione della rete nazionale dei “Consultori autogestiti” per la salute delle lesbiche e degli omosessuali e la proposta di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.
Gli anni'80 sono gli anni della scoperta del'Hiv che miete vittime soprattutto tra gli omosessuali. Così Grillini inizia anche una battaglia contro questa malattia che si concretizza nel'87 con la fondazione della LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS. Attualmente è membro della Consulta Nazionale per la Lotta Contro 'AIDS del Ministero della Sanità.
Anche la sua attività giornalistica è legata al movimento gay : nel'98 su Internet apre la rivista N.O.I., Notizie Omosessuali Italiane che si trasforma in www.gaynews.it della quale è attualmente ancora direttore.
I diritti vuole conquistarseli sul campo così l’onorevole Grillini diventa membro della Commissione Giustizia. «Mi sono dovuto rimettere a studiare- afferma il deputato- Avevo una formazione psico-sociale e di diritto ne sapevo poco. Ma per cambiare le leggi le devi conoscere bene». Lo studio porta i suoi frutti visto che il 1 luglio 2004 riesce ad iscrivere al'ordine del giorno della Camera la proposta di legge sui Pacs, il Patto Civile di Solidarietà.
Da allora i Pacs sono al centro del dibattito politico, anche grazie al suo impegno costante a non farne calare l’attenzione. «'approvazione dei Pacs sarà una prima grande vittoria per il movimento gay, ma per abbattere discriminazioni e pregiudizi non mi basterà tutta la vita».