In piazza con i nostri bambini

  

'"Osservatore Romano", parlando della manifestazione del 10 marzo per i Dico, ha scritto che "ogni bambino gode, anche nel'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro (sic) genitori."

Il giornalista evidentemente ignorava che non è affatto così. Il15 per cento dei bambini italiani è nato da coppie eterossuali non sposate: questi figli non hanno nessun parente legale oltre ai genitori, e non sono eredi legittimi dei nonni o degli zii: dunque nemmeno i legami di sangue sono sufficienti a proteggerli – e questo accade in Italia nel 2007.

Quanto ai figli di coppie omosessuali, sono tanti e saranno sempre di più, ora che la comunità lesbica e gay si guarda allo specchio consapevole del proprio valore e dalla propria dignità di persone e di membri di una coppia, di una famiglia. E ciò malgrado il lavoro di sabotaggio fatto con grande cura dalla chiesa cattolica in Italia. Infine i bambini che hanno almeno un genitore omosessuale: si stima che in Italia siano almeno 100 000, e non hanno nemmeno loro – figuriamoci ! – la tutela dello Stato e il rispetto che meritano.

I figli di gay e lesbiche sono doppiamente offesi : attraverso 'insulto ai genitori ma anche attraverso 'assenza totale di riconoscimenti della loro doppia filiazione, quella biologica e quello di cuore. Anche a loro vanno riconosciuti gli stessi diritti degli altri figli 'Italia: la continuità affettiva e economica, e forse prima di tutto il rispetto per le loro famiglie.

No, cari signori del'"Osservatore Romano", "ogni bambino NON gode, nel'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori." Per questo i nostri figli sono in piazza insieme a noi, perché non appena cresceranno saranno loro i primi a rimproverarci di non avere preteso per loro uguale rispetto e dignità.

Giuseppina La Delfa
Presidente di "Famiglie Arcobaleno", associazioni genitori omosessuali


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