“Che il principio di uguaglianza, fondamento della civiltà occidentale moderna, non sia mai andato giù del tutto ai vertici della chiesa cattolica non è una novità, ma che oggi i vescovi italiani si spingano a scrivere che esso stabilisce addirittura la disparità di trattamento e la discriminazione appare davvero un paradosso logico”.
Così il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, replica ad una nota della Sir, l’agenzia di informazione della Cei, secondo cui “È infatti proprio il principio di uguaglianza e quello stesso di non discriminazione, a impedire il riconoscimento delle unioni omosessuali”, perché non si possono “Invocare garanzie uguali per situazioni differenti”.
“Secondo la Sir in soldoni — spiega Lo Giudice — siccome gli omosessuali sono diversi, per loro non vale il principio di eguaglianza. E’ lo stesso argomento di chi, cento anni fa, si opponeva al diritto di voto delle donne, in nome della loro diversità dagli uomini. E non sono forse uomini e donne davvero diversi? E bianchi e neri, colti e ignoranti, ricchi e poveri, cristiani ed ebrei? Il principio di eguaglianza stabilito da tutte le costituzioni dei moderni stati democratici occidentali, parte proprio dalla diversità oggettiva tra le persone, per affermare che, nonostante questa diversità di caratteristiche individuali, tutti quanti abbiamo la stessa dignità in quanto esseri umani e godiamo degli stessi diritti."
Vale la pena ricordare che all’art. 3 della nostra Costituzione è scritto “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Senza distinzione delle differenze oggettive, quindi. “Non fare parti uguali fra diseguali — osserva Lo Giudice – è un sano principio che serve a colmare le disuguaglianze economiche. Non garantire diritti uguali alle persone in base alle loro condizioni personali è un principio discriminatorio che ha legittimato nella storia ogni sorta di razzismo”.
“Ogni famiglia è diversa dalle altre. Ogni relazione, ogni storia d’amore. Ogni persona. Ma se siamo capaci di ravvisare in un musulmano o in un induista la stessa dignità e profondità della nostra stessa concezione religiosa o filosofica del mondo, perché non dovremmo riconoscere nell’amore di una persona omosessuale, la stessa dignità, bellezza, profondità, generosità e fecondità spirituale dell’amore eterosessuale?”.