Angelo Bagnasco
Ci compiacciamo che la gerarchia cattolica respinga l’accusa d’omofobia, categoria fino a poco tempo fa ritenuta inesistente dagli esponenti vaticani.
Ci teniamo però a ricordare al Presidente della Cei, che quando lui accostò l’omosessualità alla pedofilia, o come recentemente ha dichiarato il Segretario della Cei Betori, che siamo i nemici del cristianesimo, tutto ciò s’inserisce appunto in una visione omofobica e discriminatoria nei confronti dei cittadini lgbt. E se un’alta istituzione come il Parlamento europeo, ha per ben 30 volte espresso critiche rispetto alle posizioni discriminatorie della chiesa cattolica, significa che le affermazioni contro i cittadini gay indignano la gran parte dell’Unione Europea.
Abbiamo chiesto più volte, inutilmente alla gerarchia cattolica di abbassare i toni e avvertito che questa campagna contro di noi avrebbe alimentato un clima d’odio, invece gli alti prelati hanno proseguito nel loro atteggiamento d’attacco continuo nei nostri confronti.
Il risultato è un clima di tensione diffuso nel Paese, che ha già prodotto diversi atti d’aggressione e di violenza ai danni di gay, lesbiche e trans, di cui la gerarchia, e molti esponenti politici, non si preoccupano per nulla.
Noi abbiamo condannato con fermezza le scritte e le minacce nei suoi confronti, da lei, monsignor Bagnasco, rispetto alle violenze subite da nostri esponenti nemmeno una parola. Il silenzio è, quindi, più eloquente del suo panegirico pronunciato oggi durante l’assemblea dei vescovi italiani. La gerarchia cattolica italiana è, in questo momento, la più potente e ramificata organizzazione che incita all’odio e all’esclusione nei confronti delle persone omosessuali.
Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay