ODG unitario sulla Cultura

  

Da un’analisi dell’azione di indirizzo politico intrapresa da Arcigay ad oggi, risulta una solo parziale attenzione all’elemento culturale sia in termini di produzione diretta di “cultura” sia in termini di diffusione della stessa. La strada dei diritti, della politica ha senso se viene affiancata da un cambiamento di natura culturale che pone le basi e favorisce il sorgere delle condizioni di una naturale accettazione delle nostre istanze.

La proposta culturale di Arcigay si è affievolita negli anni risentendo anche della più generale crisi del settore. Per questo va rilanciata. Cultura è testimonianza di un modo di essere, affermazione della propria identità, memoria; senza queste caratteristiche ogni azione politica è mutilata della sua parte essenziale. Il nostro movimento non può focalizzare nuovi orizzonti se ignora le proprie radici, perde di vista sé stesso se non conosce ed elabora la propria identità, intesa non come fattore di coesione di gruppo esclusivo, ma come uno dei diversi tasselli che strutturano la personalità di un individuo. Questa è aperta e compenetrata con altre identità. Qualunque identità si nutre di ciò che è stato per strutturare ciò che sarà: l’identità omosessuale non sfugge a questo criterio. Per questo motivo è essenziale il ruolo della memoria, ossia l’importanza della consapevolezza della storia e il suo legame con la conoscenza di quanti, prima di noi, si sono impegnati per i diritti o abbiano subito discriminazioni anche pesanti per il solo fatto di essere “diversi”.

Da qui nasce la necessità di porre maggiore attenzione sulla dimensione culturale in Arcigay e ciò significa intraprendere un percorso d’analisi nuova, che si dirama attraverso tre macroobiettivi:

– Il momento culturale come momento di unità del movimento gay stesso;
– Il momento culturale come recupero della memoria storica;
– Il momento culturale come motore del cambiamento sociale.

Anche per questo motivo è essenziale che Arcigay istituisca una commissione cultura e memoria che operi costantemente nella ricerca storica, collaborando con gli organismi internazionali di ricerca nel campo dell’olocausto gay ed intrecciando collaborazioni a livello nazionale e internazionale con i musei e le fondazioni che si fanno carico da decenni di diffondere materiali inediti, testimonianze e quant’altro possa attestare la veridicità dello sterminio omosessuale nei lager in epoca nazista e così nei gulag sovietici, o nelle epoche più recenti (McCarthy negli U.S.A. ecc.).

Contemporaneamente occorre promuovere e favorire la nascita di una “rete culturale delle diversità”, sfruttando i vari referenti per la cultura locali eventualmente già esistenti, che divenga strumento di coesione e di diffusione sul territorio nazionale delle varie iniziative realizzate a livello locale. Questo deve essere l’impegno che la nuova Arcigay si deve assumere per favorire una maggiore comprensione della cultura delle diversità, che non devono essere normalizzate, ma legittimate nelle loro esperienze di vita. Tale commissione cultura e la “rete culturale delle diversità” devono operare in un rapporto di interazione e reciprocità.

Per quanto esposto in narrativa, il congresso arcigay decide

di dare mandato al Consiglio Nazionale e alla Segreteria Nazionale

1) di promuovere, diffondere e facilitare la realizzazione di una strategia culturale che tiene conto dei linguaggi e delle diversità dei destinatari delle nostre azioni, capace di incidere in modo efficace, coinvolgendo i Comitati Provinciali e le Associazioni affiliate;

2) di creare occasioni di riflessione sia all’interno dell’associazione stessa, sia con soggetti esterni, anche internazionali, sui temi, i valori e l’identità del movimento LGBTQ, richiamandoci anche alla tradizione sviluppata, in tal senso, dal movimento lesbico e femminista italiano e internazionale;

3) di creare, in sede di riorganizzazione della struttura gestionale di Arcigay nazionale e nelle forme previste dallo statuto e dai documenti organizzativi successivi, una commissione che si occupa di cultura e memoria con le seguenti competenze:
– di operare costantemente nella ricerca storica;
– di cooperare con gli organismi internazionali di ricerca nel campo dell’olocausto gay;
– di intrecciare collaborazioni a livello nazionale e internazionale con i musei e le fondazioni che si fanno carico da decenni di diffondere materiali inediti, testimonianze e quant’altro possa attestare la veridicità dello sterminio omosessuale nei lager in epoca nazista e così nei gulag sovietici, o nelle epoche più recenti;
– di organizzare in varie città italiane seminari, convegni e quant’altro possa incentivare, attraverso la testimonianza e l’esperienza di figure rilevanti del panorama culturale e sociale contemporaneo, la diffusione di un pensiero unitario che rappresenti tutta la comunità lgbtq e che produca un confronto costruttivo tra le varie differenti realtà — e le eventuali problematiche loro connesse — che permeano nel suo tessuto sociale;
– di promuovere su tutto il territorio nazionale eventi specifici quali incontri, mostre, rassegne, iniziative di sensibilizzazione, promosse e co-finanziate da Arcigay nazionale, che mirino a favorire, attraverso il potere della testimonianza — storica, artistica e sociale — il progresso sociale e l’integrazione delle diversità;
– di porre attenzione al rapporto di ogni persona con la propria fede essendo anche questa parte coinvolta nell’emancipazione individuale;
– di coinvolgere le istituzioni scolastiche nell’interazione con la ricerca storica in ambito lgbtq, affinché, con gruppi di lavoro o altre forme di collaborazione, le ragazze e i ragazzi possano sviluppare nuove sensibilità in materia di antidiscriminazione e lotta al bullismo anti-gay e alla violenza nei confronti dei loro coetanei dei loro coetanei considerati “diversi” per il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere;
– di farsi carico, nei limiti delle proprie possibilità, di promuovere iniziative di informazione e formazione destinate alla cittadinanza e alle varie categorie professionali operanti nel sociale in collaborazione con i settori Salute, Giovani e Scuola dell’Associazione, per poter cooperare al conseguimento di un comune obiettivo quale quello del superamento dello stereotipo e del pregiudizio sociale;

4) di individuare canali finanziari interni ed esterni per realizzare quanto esposto sopra.


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